Fette di arista tagliata alta in modo da poter essere aperta a sacco dentro il quale riporre amabilmente una fetta di scamorza, richiusa con stecchino, sale, pepe, foglia di alloro, avvolta nella carta stagnola e fatta cuocere su una brace di ginepro, alloro, frasca d’ulivo.
Un successo. La versione ufficiale è con alcuni pomodorini secchi sott’olio all’interno con la scamorza o la provola, ma le variabili con la fantasia affilata possono essere infinite…. la prima potrebbe essere la sostituzione della scamorza con il pecorino.
Oliveta piena di sole, allegria, piccini a corsa nell’erba, gatti ansioni di bocconcini non di pane, sangiovese di quindici giorni, ma la volpe paesana non è pervenuta.















Io sarei per il pecorino al posto della scamorza… più saporito e meno fondente..
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Tutto è sperimentabile. E’ bastato il primo giorno di vento focoso con qualche grado in meno per immergerci nelle pene dell’inverno e la cura, o meglio la risorsa più preziosa per combattere il freddo e le ore buie è senz’altro la fantasia e l’inventiva in ogni campo.
Quindi il prossimo esperimento sarà con il pecorino 🙂
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