Oidio o crittogama della vite

E’ una grave malattia comparsa nel 1845 e prima che si scoprisse il rimedio nello zolfo e prima che entrasse nella pratica della viticoltura fu un susseguirsi di anni disastrosi tanto che pareva si dovesse arrivare al termine di questa millenaria coltura.
E’ un fungo che colpisce tutti gli organi verdi della vite….. germogli, foglie, grappoli che si presentano ricoperti di una polvere bianca.
Gli acini crescendo si spaccano e mettono in luce il vinacciolo, il chicco, una volta disidratato secca.
I danni sono principalmente per il frutto ma in determinate stagioni l’oidio può produrre anche seri danni per la vegetazione.
La comparsa e la moltiplicazione dipendono dal clima, (sopra i28° e aria carica di umidità) ma vi sono alcune varietà più sensibili di altre : fra tutte il Sangiovese, trebbiano, moscato e uva da tavola.
Nel 1846 venne individuato lo zolfo come cura e a partire dal 1853 inizò a diffondersi la pratica. Lo zolfo si vaporizza fra i 24 e i 35 gradi ed è letale per la malattia.
Zolfo ventilato (nei mesi estivi) o zolfo bagnabile, cioè diluibile in acqua e mescolabile con altri composti stile la poltiglia bordolese per assottigliare gli interventi e ridurre i costi di produzione.
Conviene iniziare a combattere l’oidio quando i germogli arrivano ad una lunghezza di 7/8 cm per impedire le infezioni precoci e può essere sparso anche durante la fioritura contrariamente al rame.
I vecchi contadini erano usi, dopo la vendemmia realizzare un solco sul filare e interrarvi dello zolfo in modo di disinfettare piante e terreno.
E i contadini, spesso maltrattati e derisi erano meno bischeri di quel che comunemente (errando) si pensa.

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0 Responses to Oidio o crittogama della vite

  1. Avatar di giovanna 72 anni giovanna 72 anni ha detto:

    Ho già avuto modo fi apprezzati sulla questione della mosca olearia
    perché per la prima volta l’anno scorso mi ha rovinato la produzione di olio quindi sono già pronta con l’occidente aceto e miele. Abito a modigliana in Romagna ed oltre a 150 ulivi possiedo una vigna che coltivo con mio figlio. Siamo entrambi incompetenti perché il tutto era seguito da mio marito che ci ha lasciato da qualche anno. Ora il mio problema sono i trattamenti alla vigna di sangiovese che nessuno vuole fare. Siamo ad una altitudine di 400m. L’ anno scorso con tutte quelle pioggie ne abbiamo fatto solo uno e molto avanti ma la vigna era rimasta completamente senza foglie. Mi vergogno un poco ma non conosci per caso qualche trattamento. semplice anche per la nostra vigna? Ti ringrazio .

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  2. Avatar di Andrea Pagliantini Andrea Pagliantini ha detto:

    Ciao Giovanna,

    lo scorso anno per la campagna il clima è stato davvero molto complicato e contenere le malattie non era cosa facile.
    I problemi sono sempre gli stessi, variano nell’intensità a seconda del clima, come ovvio che sia: peronospera e oidio sono i principali, più la botrite (muffa) quando l’uva è matura e la stagione umida.
    I primi si tengono sotto controllo con prodotti rameici e a base di zolfo o prodotti di sintesi sistemici con cadenze a 15 giorni.
    E’ ovvio che il sistema di copertura a rame e zolfo è quello meno invadente, ma comporta anche il fatto che dopo ogni pioggia le viti devono essere ricoperte nuovamente.
    Io sarei per fare come minimo sei/sette trattamenti a partire da quando le viti sono intorno ai dieci centimentri…. poltiglia bordolese e zolfo bagnabile.

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