Per spiegare quanto sia scientifico ed efficace l’allevamento dei cinghiali allo stato brado nei boschi e nelle colture, basta consultare una tabella messa in rete nel sito dell’ ATC 18 di Siena in cui si mostra “il numero degli individui abbattuti” partendo dalla stagione di caccia 1996/1997 nel territorio comunale intorno Vertine.
In quella stagione furono 198 i cinghiali riempiti di piombo, mentre nella stagione 2011/2012 (a cui si riferiscono le ultime statistiche) i cinghiali abbattuti sono stati 1203, in un costante crescendo che non conosce ostacoli.
Parliamoci chiaro. L’incremento degli abbattimenti non significa la riduzione di questi animali allevati nei boschi, semmai al contrario mette in risalto la capacità e la professionalità scientifica delle squadre di cacciatori che hanno un loro territorio fisso di caccia da amministrare e controllare militarmente, dentro al quale riescono a far lievitare a dismisura la produzione di quadrupedi con le setole.
Se 1203 cinghiali sono stati abbattuti dal 1 novembre al 31 si gennaio (periodo di apertura di caccia al cinghiale) ciò significa che nei boschi circola un numero di poco inferiore che serve per la riproduzione e il “divertimento” per l’annata successiva.
Un’attenta pasturazione a base di pane e mais (tra l’altro vietata per legge) consente di moltiplicare velocemente il numero di questi maiali allevati nei boschi.
Non passa mattina che non ci sia da rimettere un sasso su un muro, levare pietre tirate nella strada comunale, veder arato ogni metro quadro di terreno dal loro grufolare e, dulcis in fundo, dover mettere mano alla ricostruzione di muretti a secco disintegrati da questi animali. Cinghiali presenti all’interno di una zona bianca dentro alla quale non dovrebbero trovarsi e, stando alle regole, dovrebbero essere sterminati.
I soliti discorsi: ovvero non si può lasciar gestire un territorio dai cinghialai.
Le tonnellate di pane e granturco che spandono, i danni che questi animali presenti in un numero incontrollato arrecano alle culture e ai muretti a secco tanto sbandierati nella cura e manutenzione del paesaggio da ogni organo eletto, meritano una considerazione maggiore da parte degli scaldaseggiole della provincia.
“scaldaseggiole” è una parola meravigliosa
che però individua
un’attività perniciosa …
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