Mercoledi, mercato e porchetta a San Gimignano

Il mercato settimanale della città delle torri riempie piazza Duomo e della Cisterna di bancarelle colorate che attirano turisti e curiosi desiderosi di cercare regalini o scorci fotografici ancora più suggestivi.

Fra i banchi del mercato c’è la merce dei negozi solo che costa meno.

I banchi dei porchettai sfoderano panini a mitraglia ricavati da maiali attraversati da un palo di legno e una mela in bocca e uno stupendo quartetto di musicisti di strada che sfodera bravura e regala allegria all’ombra della mura del Duomo.

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0 Responses to Mercoledi, mercato e porchetta a San Gimignano

  1. Avatar di Dario Dario ha detto:

    Ora sulla porchetta ci sarebbe da fare una digressione.
    Pare ci siano due filosofie: alla montesansavinese e no.
    Il no sarebbe quella che va per la maggiore nel senese: arricchire la fetta di porchetta con una manciata di salamoia (sale, pepe, aglio camiciato e ramerino).
    Quella di Monte San Savino, dicunt, non ne abbisogna.
    Io, va da sé, preferisco la versione di campagna.
    Sulla cotenna, non si discute: va mangiata.

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  2. Avatar di Andrea Pagliantini Andrea Pagliantini ha detto:

    A dire la verità, a Monte San Savino la arricchiscono parecchio di finocchio selvatico e fatta in quel modo è una delizia assoluta.
    C’era un camioncino blu sulla Siena – Bettolle (dopo la Casetta) dove andavo spesso e apposta a pigliare un panino con la porchetta fatta da un signore anziano del Monte che era una delle meglio cose il mondo avesse mai prodotto.
    Spesso ora è maiale lesso salato.

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  3. Avatar di Dario Dario ha detto:

    All’Arbia il giorno della porchetta era il giovedì, il pomeriggio.
    Il porchettaio si metteva vicino alle sbarre del treno, dove c’è l’obelisco che divide la lauretana dall’aretina.
    Era tutto un tagliare e pillottare l’incarto con la salamoia.
    In più aveva del cacio bono e le acciughe sottopesto.
    Quando la sera smontava il banco lasciava a terra i ritagli.
    Io ci passavo coi cani, così facevano festa anche loro (i gatti avevano già fatto da sé).

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