Radda nel bicchiere 2013

E si riparte dal Sangiovese……. da una degustazione alla cieca svolta al convento dei frati curata da Carlo Macchi e Davide Bonucci, fra il vino raddese e il vino di Montalcino. Un modo, lo stare nel vino, per essere vicini a una persona che di vino si occupa pur non essendo legata alla produzione o alla vinificazione, la nostra cara Federica, ricordata nella sala al termine della degustazione.

Cinque cavalieri di Radda, cinque cavalieri di Montalcino versati nei bicchieri per essere assaggiati e capiti nell’annata, nella provenienza, nella tipologia.

In linea di massima i vini sono stati individuati, (ottimo Pruneto) ma l’inganno degli inganni, quando i vini sono di alto livello e il territorio che li produce è benedetto per le viti, è il Brunello 2008 del Marroneto di Alessandro Mori che è  più raddese dei raddesi per eleganza dei profumi, per alcol non invasivo, per dei tannini finissimi, per la beva: un signor vino.

Intanto i gioiosi ragazzi con gli apini, braccio armato pacificamente di buone intenzioni e tanta voglia di fare, allestivano  gazebo e  tavoli per la degustazione dei vini lungo le strade paesane già colme di gente.

Un’eccellente tagliatella porri e salsiccia da Giovannino accompagnata dal buon bianco di Malvasia e Trebbianaccio de L’Erta di Radda, un saluto alla mitologica e bellina Angela Fronti di Istine, a Paolo Cianferoni che riempie i bicchieri mentre guarda da tutt’altra parte, a Bruno Bini passando davanti il banchino di Montevertine, la lettura di una recensione sull’olio vertinese che odora di pumodoro, una discussione astrologica e filosofica nel mezzo e si riparte fra le stradine raddesi che ospitano eccellenze a livello nazionale e mondiale mentre la Daniela di Vertine principia a disporre le bottiglie di Livernano e i gioiosi ragazzi con gli apini si godono la giornata prima di rismontare tutto.
Alla Pro Loco il pannello delle previsioni del tempo curate non dal colonnello Giuliacci ma dalla dolcissima Silvia Brogi e la freschezza del rosato nei suoi colori tenui velo di cipolla fino al rosato quasi rosso di Val delle Corti che Roberto Bianchi racconta come un rosato da fare senza essersi ricordato di farlo, che corallizza nel mentre l’uva macerava nelle vasche.
La domanda di sua moglie su come stesse venendo il rosato fa venire il dubbio che il mosto non era stato salassato e quest’anno, il  Val delle Corti, oltre ad essere buono come sempre ha un color sciroppo di amarena bellissimo.

Ottimo il velo di cipolla di Vignavecchia, il più coperto di colore del Poggerino, Istine, il primo rosato della storia realizzato da Caparsa.

E’ bella Radda nello spirito la contraddistingue e nella bontà del suo vino e si guarda da poggio a poggio con rispetto reciproco con Vertine.

E’ la capitale del Chianti unico e reale, e ci permette di ricordare, stando nel vino, una persona cara.

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0 Responses to Radda nel bicchiere 2013

  1. Avatar di Giuseppe Puccio Giuseppe Puccio ha detto:

    Il Rabarbaro Zucca e’ il mio Prefarito che sconti ci sono in questi tempi per i clienti?

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  2. Avatar di Rossano Rossano ha detto:

    Assente giustificato ad un appuntamento così interessante… sarà per il prossimo anno…

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  3. Avatar di antonella antonella ha detto:

    Il prossimo anno le inventerò nere pur di esserci.

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  4. Avatar di Alessandro Mori Alessandro Mori ha detto:

    Grazie Andrea,
    grazie per le belle parole che hai usato nel descrivere i miei vini,
    oggi so di avere un amico in più e questo è un grande tesoro per me.
    la seconda domenica di settembre sarò sicuramente dei tuoi e, questa volta, non verrò a mani vuote.
    un abbraccio
    Alessandro

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  5. Avatar di Andrea Pagliantini Andrea Pagliantini ha detto:

    Il vino del Marroneto è spettacolare Alessandro e non ho nessuna difficoltà a riconoscerlo.
    Prendo spunto dal tuo commento anche per un ricordo di Mario Cortevesio.

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