Un’astronave di marziani perde la bussola e si trova ad atterrare in un luogo ignoto.
Scendono due mostriciattoli verdi in perlustrazione e vedono una vigna con una persona a potare le viti e dieci a guardarlo.
“Oh dove saremo capitati?” dice un marziano.
“Oh dove vuoi che si sia – risponde l’altro – siamo in Italia, non lo vedi uno a potare e dieci a dirgli come fare?”
La retorica patriottarda non riscalda il brodo di un paese gonfio di pollina in cui navigano burocrati che recitano l’inno “non è di mia competenza” e truppe scelte di scarpe strette in punta che nel sottile filo dell’illecito lecito perchè così fan tutti diserbano idee, sentimenti e sogni.
Un paese nato con il profumo delle botti di Nebbiolo di Camillo Cavour, del Sangiovese appena svinato di Bettino Ricasoli, del Gaglioppo bevve Giuseppe Garibaldi e ne disinfettò la gamba in Aspromonte dopo uno sbarco di Marsala, è nato sotto una grande stella non essendo quella dell’alicante bouchet piantato di frodo.
Che si defechi il tutto delegando al manipolo cammellato delle scarpe strette in punta è cosa brutta e ingiusta.
Uno scatto d’orgoglio ognuno nel suo piccolo a rispetto ed amore del luogo dove vive è voler bene a questo paese sgangherato dalla bellissima Costituzione poco applicata.
Un brindisi agli onesti, pedate nel culo agli stronzi.
Buon compleanno Italia.
Andrea Pagliantini 
Mi hai fatto ridere ma è vero che è così. “Siamo in Italia”
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L’Italia è una ed indivisibile con tutte le peculiarità che la distingue e tale deve restare per non vanificare il percorso che, da otto “statarelli” ci ha portato ad essere uno Stato.Mi unisco al brindisi agli onesti e do uno sguardo di pietismo verso chi non ne conosce la storia e straparla riempendosi il portafoglio Angelica
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MI piace l’idea degli extraterrestri che aprlano toscano….;-)))
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Paradossale che si dica (e si pensi) che l’Italia “e’ giovane”, che “ha solo 150 anni”, che “ha visto tardi la propria unita’”, quando e’ la terra da cui e’ partita l’unificazione politica e giuridica di un continente duemila e passa anni fa. Unificazione che non ha mai piu’ avuto non dico l’uguale, ma neppure il simile. Unificazione che produsse cosi’ duraturi effetti culturali nella psiche collettiva da ritrovarsi in mille segni persino nelle forme della vita civile americana trapiantate al di la’ dell’oceano dagli anglosassoni.
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Non c’è niente da ridere, la situazione è drammatica ma non seria. (Flaiano)
E meglio essere una cosa sola che una decina di staterelli con i mali e i difetti di uno solo.
Servirebbe uno scatto d’orgoglio e capovolgere i valori tengono con lo sputo e il fil di ferro le nostre menti aggrappate a falsi miti e concetti basati sull’inculare il prossimo e far carriera rimanendo impuniti.
Mamme mandano le figlie nella villa del miliardario e si arrabbiano se gli ha dato poco… sotterfugi, sfregi al territorio, risate dei costruttori per il terremoto dell’Aquila, certezza che l’impunità decorre nei tempi e nelle pieghe cavillose.
Però sentendosi male nessuno ti lascia marcire fuori da un ospedale.
Questo è bello.
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Auguri a tutti e all’Italia bella, lunga e tutta diversa. Auguri con tutta la retorica che serve a sottolineare questo compleanno.
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Lunga, diversa, una e indivisibile.
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Finalmente qualcuno (qualcuna) che non si vergogna della retorica. Soprattutto: che non si illude che sia possibile dire qualcosa senza far ricorso alla retorica. Lunga vita alla retorica e a chi sa frequentarla.
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