Dopo aver parlato di un altro Maestro, quello di vino, è naturale che vada ad occuparmi di una persona che mi ha impresso la passione per la lettura, per il racconto, per le cose da imprimere con la scrittura.
Il suo nome è Ferdinando Anichini, Maestro di scuola delle elementari per una serie infinita di anni, ritiratosi dall’insegnamento nel 1985 e di cui, in questi giorni cade la ricorrenza della morte, avvenuta nel 2004.
Veniva da lontano, dal 1921, da un’Italia molto diversa e molto arretrata, legata alla terra, alla lotta di Liberazione, alla lotta di dare un’istruzione ad un popolo curvato dal lavoro, prima con le scuole serali, poi con l’insegnamento vero e proprio nelle scuole comunali.
Gianni Rodari e Italo Calvino, le letture che consigliava, ma poi qualsiasi cosa si leggesse, andava bene, purchè si facesse galoppare la fantasia e si riempissero i quaderni di colori, di disegni a pennarello, di pensieri.
Erano tempi, e non si va lontano nel tempo, in cui il Maestro elementare insegnava di tutto, dall’italiano, alla matematica, religione, educazione civica, tanta, e ci controllava come fosse un medico, guardandoci negli occhi, facendo le sue diagnosi e poi dicendo alle famiglie di passare dal dottore per un controllo.
In ogni caso, la fantasia ed il sogno arrivano dritti da quegli anni e dalla sua trasmissione, adesso, a mente fredda, credo che molte delle cose che ho fatto, compreso alla fine questo blog, provengano da lui.
Scriveva e si dilettava di teatro, tirando su commedie dai suoi testi e coinvolgendoci in recite sulla storia contadina del Chianti e coinvolgendo sempre nelle sue storie o direttamente, o indirettamente il barone Ricasoli, quello famoso e “di ferro”, presidente del consiglio dell’Italia unita, ma soprattutto padrone assoluto di terre e di quanto vi era sopra.
Pallose quelle commedie, questo lo devo dire, ma stravedeva per l’inventore della formula del vino Chianti Classico e per un certo mondo contadino che andava scomparendo( e metto anche per fortuna, date le condizioni in cui viveva la gente, ma qui si andrebbe troppo lontano).
Non poteva alla fine che creare un gruppo teatrale e rifornirlo di sceneggiature, creare una festa paesana dedicata alla pittura in cui sono passati grandi maestri e grandi nomi della musica e dello spettacolo.
Si, alla fine, è colpa sua se la fantasia galoppa, in parte se mi occupo od occupavo di vino.
Se continuo ancora a scarabocchiare quaderni!!
Caro Andrea,
ti ringrazio per aver ricordato il babbo a 4 anni dalla sua scomparsa. Pur non avendo la pretesa di essere lui i suoi progetti culturali continuano a vivere.
Massimo
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Sono io che devo dare dei ringraziamenti a lui, mi ha messo in testa tante idee e tante cose, che per i tempi che viviamo possono sembrare un ingombro, ma preferisco rimanere rosicato da dubbi e non venir mai meno al valore sacro dell’onestà e del campare senza pestare i piedi a nessuno
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