
















Dopo la camminata per viottoli e stradelli, ci si mette a sedere sotto al frescolino dei lecci del Parco per celebrare il rito di un altro altare – meno nobile, ma non meno sacrale – come quello dela brace.
Una bella fiammata di legna di leccio, ulivo, frasche di alloro, ramerino, salvia e cipresso per dare modo a costoleccio e salsicce di pigliare una bella abbronzatura, per festeggiare degnamente la data delle Rogazioni (benedizione dei campi) e della tanto sudata e amata nostra cara Repubblica.