I cavallucci del forno di Gaiole

cavallucci

Antonietta precede ogni mattina il canto del gallo dei vari esemplari che sono alloggiati negli stabili lungo il borro, alzandosi molto prima che i volatili si siano scaldati la gola per dare la sveglia nei loro piccoli regni.

In questi giorni di tragica tramontana, già di mattina anche prima delle sette le persone si scaldano le mani con il pane appena cavato dal forno, se lo portano in grembo per il tepore, altri ne staccano un pezzetto e non sanno resistere al primo sapore di grano fresco di forno.

D’inverno genera invidia sfornare pane, fruste, pizze e dolcetti in prossimità della bocca calda del forno, ma ciò si estende anche nelle lunghe giornate di luglio e di agosto.

Chissà perchè, i cavallucci sono sempre stati considerati i “parenti poveri” fra tutti i dolci natalizi, eppure appena presi basta lasciarli stare, un pochino assodarsi e poi per chi ce l’ha, il piano della stufa o del camino per farli intenerire.
Vinsanto, vino o vermutte locale, una buona lettura, fuoco acceso che crepita.

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