
E’ un istante di campagna poco fuori le mura di Siena dal paesaggio discreto, raffinato e cheto.
Costì i sarmenti vengono rammontati a filari alterni, stracchi e paghi di aver dato, foglie ingiallite di giaggiolo, tulipani dalle idee poco chiare, l’amorevole vento aretino che si carica di bianco al Pratomagno e scivola a diacciare gote e mani mentre il moto di gamba riscalda e gli occhi si gonfiano del pensiero di brodo caldo e lesso rifatto.