
Sulla porta di un rigattiere di Arezzo, campeggia una vignetta di Forattini, tradotta in manifesto, dei tempi riconducibili al referendum sul divorzio del 1974.
L’allora difensore dell’indissolubilità della famiglia, della sua morale e del suo valore, il montiniano Paolo VI, non ne esce bene, perchè a seguito dei risultati referendari, si busca un occhio nero da una rosa nel pugno radicale. Un primo smacco verso un’Italia meno bigotta.