Il sorbo del Salvino

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L’incendio di fine agosto 2012, lasciò questa scoscesa come un campo di battaglia, sfregiando stati d’animo equivalenti al cuore straziato di Ungaretti.
Ulivi maestosi che neanche le gelate avvilirono, all’arrivo del fuoco si consumarono come cerini in una fiammata di qualche secondo, lasciando un tronco fumante..
Ferite per chi ama, ferite per chi si trova in perfetta simbiosi con un piccolo mondo sempre più spesso preso di mira da pirati dell’ignoranza e dello spreco.
L’umile e arida terra passata dal fuoco, dopo la prima pioggia si riebbe, lavò la cenere e le bruciature, tanto che, dopo qualche giorno in questa grande carbonaia riapparve qualche ciuffo sparuto di verde.
Il sorbo del Salvino era rimasto un tronco nudo e annerito e con gioia lo si guarda ogni anno in questo periodo con le foglie, che dal verde virano al giallo, poi all’arancio, si disperdono intorno Vertine.

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