
Dietro il cancello della “Città proibita” della Villa Chigi Saracini, si erge la fontana a due tazze di Tito Sarrocchi, emerito scultore senese di fama internazionale, le cui opere disposte all’interno del giardino più impenetrabile degli orti Brezneviani del Cremlino o dei Pallinai Vaticani, sono ammalate di incuria, muffe, licheni e abbandono.
Ma la cura e il recupero dei manufatti artistici e edilizi, è ben poca cosa rispetto alla cura del verde che manca da decenni.
Se il meritorio carrozzone del Consorzio di Bonifica trovasse i cancelli aperti della Villa, avrebbe di che cippare, prima di fare piazza pulita.
Alla fine la cappa e il controllo totale di ogni respiro, faranno si che per inerzia e incapacità, tutto finirà in un cumulo di detriti!
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Ho sempre trovato i cancelli chiusi, ma sarebbe possibile visitarla?
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Forse con la prossima edizione dell’Ecomaratona del Chianti dal 14 al 16 ottobre, anche se, scorrendo il programma, non vi è traccia della Villa fra le varie iniziative previste.
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