Alba

La prima luce illumina la faccia d’ingresso della torre e certi mattoni rossi che brillano e rattoppano da tempo immemore un graffio fra le pietre.
Silenzio fra i suoni della natura fino al barrito di Pasqualino che si sveglia, si stira, Teo che abbaia, la cerca del caffè sotto all’ulivo, la razzolata alla ricerca dell’ultimo zucchero in fondo al bicchiere.
Non è perdersi, ma vivere entro il proprio animo spifferi malinconici, con i piedi che hanno la funzione di radici ben fisse al suolo.

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