
Non è ora il momento di toccare qualsiasi pianta, trovandosi alle porte dell’inverno ed esponendo i tagli alle ferite e al rigore del gelo che screpola e distrugge i tessuti.
Alloro, ginepri, siepi, arbusti, avanti tutta, ma forbici e seghetti nei foderi quando si tratta di mettere le mani su un ulivo.
Questo nel dettaglio è un ulivo coreografico accanto casa, che non produce un’uliva neanche per sbaglio e onde evitare di accendere la luce di giorno per l’occlusione delle frasche davanti le finestre e avere un serpaio davanti casa, Vasco, con la foga di un ottantenne energico e mai domo, taglia e getta in terra quanto è in più, per modellare ciò che visivamente divente un ulivo regale.
con gli inverni caldi che sta facendo, forse è tempo di rivedere certe tradizioni. Magari non farei tagli di branche, ma sicuro preparerei le piante con una bella pulizia i polloni, succhioni e branchette di metà del diametro della branca principale e lascerei per marzo solo i tagli proprio grossi. Si smezzerebbe il lavoro.
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Quelle di norma si facevano verso la fine di agosto e i primi di settembre, per trovare la pianta più libera quando si raccoglieva e per avere meno cose da tagliare a potatura.
Quest’anno, complice il clima bollente e siccitoso, le piante si sono mosse ben poco, guardo gli ulivi e vedo solo qualche sforbiciata qua e là da fare:
Le ho irrigate verso metà agosto e ho concluso che il prossimo anno, nel mese di luglio, se la stagione non è supportata da pioggie, di irrigarli per non farli avvizzire al sole.
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