Romanticamente Emilio Frati, restauratore del marmo

Enzo Carli, che passa a dirigere l’Opera del Duomo, si impunta a volere l’esperto Emilio per il restauro delle tarsie del Duomo e per tutto quello che riguarda l’ architettura marmorea.
Il Carli si reca persino al ministero di Roma, per strappare Emilio Frati all’Opificio delle Pietre Dure (dove Emilio lavora da anni) e ci riesce in una formula che è quasi un prestito: di quando in quando Emilio, dovrà stare qualche giorno a Firenze per dare un occhio quel che si compie.
Ha sgobbato e studiato duramente, ha vinto un concorso, ha restaurato opere d’arte con la passione e la semplicità di chi le cose le comprende e le conosce.
Ha il laboratorio accanto alla Stalla della Contrada della Torre, spesso è lì, inappuntabile, vestito di bianco come il marmo con cui parla e forma.
Un delitto distoglierlo dal suo lavoro, è come interrompere il corso di un’opera d’arte.

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