Su invito del Presidente della Repubblica Popolare Cinese, Mao Tze Tung, all’aereoporto di Pechino arrivò il Presidente italiano Saragat, accolto con tutti gli onori.
Colloqui ai massimi livelli con i dirigenti cinesi, consuete frasi di rito, d’amore e d’amicizia, poi, la richiesta della delegazione italiana di poter visitare la Grande Muraglia.
Il Presidente Mao in persona si offre di accompagnare l’illustre piemontese, con cortesia non convenzionale per un ospite straniero.
Sulle mura, improvvisamente, il Presidente Mao, chiede a una guardia rossa di vedetta di tagliarsi un braccio, e questi, immediatamente esegue l’ordine.
Saragat rimane colpito e stordito da tale gesto di obbedienza, rimugina per tutti i giorni successivi l’accaduto, fino al suo rientro in Italia.
Nei giardini del Quirinale, all’alba, da tipico insonne, mentre passeggia, ripensa alla scena, che lo ha segnato nettamente e impressionato.
Vede un corazziere di guardia all’ingresso del palazzo e perentoriamente ordina lui di tagliarsi un braccio.
Il corazziere lo guarda da sotto l’elmetto di crine e di getto risponde:” Oh Beppe, ma che sei belle e briaco di prima mattina?