Leggere con i cavalli

Una panchina fra ciuffi d’erba e fiorellini bianchi, soprastante le vigne circolari di Arceno, sottostante, il parcheggio, le cui staccionate ospitano quadrupedi senza ruote, che al posto dei gas di scarico emettono azoto liquido e solido.
Quando ci fu l’invenzione delle macchine, chi se le poteva permettere, era felice perchè con gli occhi di allora, pareva un’invenzione pulita, che toglieva le palline di cavallo dalle città.
C’erano pochi esemplari in giro, i tubi di scappamento, non erano milioni, tutti chiusi in scatola ore e ore, per fare pochi chilometri, schiavi del motore.
Un signore, immerso nella lettura, sente l’erba strappata e il frusciare delle foglie di una siepe, pascolate, un leggero nitrire, uno zoccolo battuto a oltranza, i giochi delle rondini, le maledizioni degli automobilisti che, anche con il fuoristrada, non riescono a salire le scale di casa e mettersi a tavola.

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