Bisogna tornare indietro nel tempo fino al 4 luglio del 1944, quando i fanatici militari tedeschi della divisione “Herman Goering”, per ritorsione ad un’azione partigiana, uccise nove persone, senza farsi scrupolo che in maggior parte si trattasse di donne e bambini.
Questo avviene nei dintorni di San Gusmè, presso un podere denominato Palazzaccio.
Nel 2014, esce una produzione italo – tedesca, che porta sul palco una rappresentazione dei drammatici momenti fino all’epilogo finale.
La targa apposta sul luogo dell’eccidio è una fiammata della brutalità della guerra, marmo sopra al quale i nomi e la loro età sono una ferita in chi c’era, ne conserva il ricordo e in chi ha avuto la fortuna di non esserci in quei tristi momenti.
Il silenzio che avvolge il luogo, un normale, quanto isolato podere di campagna, dove non si spenge mai un vento malinconico che stringe le viscere dall’interno.
Lo scorso 25 aprile venne inaugurata un’opera dedicata al ricordo delle persone rubate alla vita, lo hanno realizzato nove artisti senesi, ognuno dei quali ha riempito un cipresso di ferro con le proprie figure e la propria sensibilità.
Le opere di Enzo Gambelli, Giuliano Giuggioli, Giuseppe Calonaci, Maria Vittorini, Renato Ferretti, Massimo Stecchi, Samanta Casagli, Stefano Sardelli e Turi Alescio, sono a posti a memoria perenne di come il fanatismo stravolga umanità e sentimenti, rendendo persone glaciali e indifferenti della vita altrui.