Vertine, uno dei luoghi più affascinanti del Chianti e della Toscana intera.
Poco prima di arrivare al paese, c’è una vigna piantata nel 2004 in una conca di 2,7 ettari con il borgo che si intravede sullo sfondo.
Conca bellissima che ne ha viste tante, (famosa fra le tante, anche per delle mucche chianine che si cibavano di cipressi) della fu Negri Vigneti (Porta dei Bischeri) azienda implosa, scomparsa ed estinta da quasi due anni.
In quella stessa vigna, immersa in un paesaggio che pare dipinto, è comparso prima una fettuccia bianca e rossa avvolta nei tre fili di protezione che sovrastano la rete a maglie larghe, che scossa dal vento e strappata, da luogo a una sbandierata bicolore.
Poi, qualche centinaio di metri di telo ombreggiante verde è stato appoggiato alle testate dei filari, per tutto il perimetro della parte superiore della vigna, che, non essendo stato fermato in basso, il vento scuote a piacimento come un grande lenzuolo.
Questo telo ha creato un corridoio fra la rete di protezione metallica e i filari delle viti, che, se è stata messa per contenere gli ungulati è tutto da verificare nella sua efficacia, di certo lo sfregio che ne subisce il paesaggio è veramente notevole.
Fonte: Il Cittadino
Non è per niente bello, oltre a essere inutile!!!
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A grandi passi nella direzione della Porta dei Bischeri, anche se i vecchi sono imbattibili per aver recintato a rete un terreno non loro 🙂
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Che orrore, ma in comune non hanno niente da dire?
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è bruttissimo, chiaramente. Ma se serve a far capire alle amministrazioni che o fanno qualcosa per il contenimento della fauna selvatica, oppure si ritrovano con meno turisti, visto lo scarso interesse che hanno le passeggiate e le fotografie di vigneti fasciati in anti-estetiche reti ombreggianti, allora ben vengano. C’è chi campa di turismo e chi campa di vino ed olio, l’equilibrio sta nel mezzo, non solo da una parte.
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Vero, ma ci sono anche delle reti leggere molto meno impattanti….in giro se ne vedono….
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Se lo scopo è anche quello che dico io, impattare è la parola d’ordine.
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A Vertine daini e cinghiali martellano sodo e vedersi sbranare in pochi attimi il lavoro di un’ annata, (difficile e complicata come questa), mette ansia nel parare quei pochi grappoli disidratati da certi appetiti famelici.
E’ comprensibile si voglia preservare l’uva, ma con le centinaia di metri di telo verde alzato dal vento, o con la fettuccia bianca e rossa che diventa tante bandierine, credo si possa far poco.
Il problema resta sempre il solito: l’abbondanza di animali in un territorio che campa solo di turismo e di produzioni agricole quali vino e olio.
Il comune ha elasticizzato la posa di recinzioni di protezione fatte in un certo modo perchè l’emergenza da affrontare è enorme, ma oltre questo può far poco, ma non credo possa tollerare queste forme allucinanti di barriera esteticamente brutta e fuori norma.
E’ la regione che detta le regole in funzione della caccia e del contenimento degli animali e hanno dimostrato più volte di essere sordi da quell’orecchio.
Per qualsiasi motivo che sia, stanno mandando alla rovina un intero territorio.
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Hanno soldi da buttar via se vogliono parare i daini e i cinghiali con un telo in quel modo che il vento ributola come una vela…. oltre a essere davvero brutto…
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Ciha pensato il temporale di stanotte a portare via quel brutto e inutile lenzuolo?
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I lenzuolo non si è neanche bagnato…….. la polizia municipale è arrivata prima del temporale!
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Quando la proprietaria richiama con le lacrime agli occhi per la perdita del raccolto le dico di scrivere qui.
Grazie
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L’origine del problema è sempre quella: l’abnorme numero di daini e cinghiali.
Se il problema fosse adeguatamente risolto, invece di far finta di niente,le recinzioni non ci sarebbero state (con le elevate spese collaterali) e neanche ci sarebbero persone che si divertono a manometterle.
Cosa pensa Piero, che il problema degli ungulati sia adeguatamente affrontato o si debba blindare fino a tre metri di filo spinato (con l’alta tensione che ci passa dentro) per tentare di raccogliere qualcosa?
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Come se i recinti, i teli, e le barriere innalzate non fossero un ulteriore danno economico alle aziende e una legnata alla bellezza e alla fruizione del territorio… ma si sa, nel Chianti il problema è il traffico, non gli ungulati.
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