Una cicatrice profonda nei monti del Chianti,dovuta a tanti anni di estrazione di pietra che ha creato una ferita in cui non ricrescono che poche, sparute ginestre.
Il Tribunale di Siena ha azzerato l’ingiunzione che il comune di Gaiole in Chianti aveva presentato nel 2008 alla ditta “Sacci S.P.A” per presunte irregolarità nel piano di recupero delle cave di Montegrossi, ingiunzione che prevedeva il pagamento di una certella di 260 mila euro per contributi non versati in relazione alla quantità di materiale scavato, più sanzioni per un totale di 10 mila euro.
Ma il comune di Gaiole in Chianti non ci sta ed è pronto a dar battaglia, pronto ad integrare la documentazione già presentata, con delle foto aeree realizzate negli anni dalla Regione Toscana, per dimostrare l’evoluzione della cava nel corso degli anni e la bontà delle proprie ragioni in questa vicenda. La palla torna ai tempi lenti delle aule di tribunale.









Sopra l’essenzialita’ della notizia, qui fra i commenti lo spazio per dire al sindaco Michele Pescini, alla giunta e ai membri del consiglio comunale che hanno fatto benissimo a fare ricorso esattamente come fece ai suoi tempi Davide contro Golia.
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Finalmente qualcuno punta i piedi contro il continuo scempio che deve essere combattuto con tutte le forze e i mezzi possibili
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Vorrei vedere la stessa fermezza quando ci sara’ da valutare la costruzione della cantina di Beretta accanto a Vertine…….
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Sulla cantina da costruire accanto a Vertine, non sara’ un pranzo di gala, senno’ e’ inutile mettere i vincoli monumentali ai luoghi……
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