« Dalla torre cade un suono di bronzo:
la sfilata prosegue fra tamburi che ribattono
a gloria di contrade…. …e lo stupore che invade la conchiglia del Campo… »
Eugenio Montale
Sono quasi seicento i monturati della passeggiata storica che precede il Palio del 2 luglio e del 16 agosto di ogni anno, oltre trecento dei quali fanno capo a una stanza fin’ora rimasta chiusa al pubblico a cui ha rimediato la fantasia e il lineamento araldico biondo di Sonia Pallai.
Il corteo è una rievocazione commemorativa delle istituzioni della Repubblica di Siena sotto la guida attenta del Maestro di Campo (e dei 15 rotellini a lui sottoposti) al ritmo cadenzato dei tamburi, delle chiarine e del campanone posto sulla Torre del Mangia che scandisce il tempo di marcia.
Niente è per caso: la composizione del corteo, i tempi, l’ordine di sfilata delle Contrade che rispecchiano l’uscita del sorteggio per la partecipazione al Palio dei dieci popoli sul Campo e delle sette Contrade che non prenderanno parte al Palio.
Dodici i figuranti che rappresentano le Contrade che corrono, nove i figuranti nelle Contrade che non corrono.
Ogni Contrada è proprietaria delle vesti, armi, accessori, corazze ecc con cui vengono monturati i figuranti che di norma sono persone che si distinguono tutto l’anno nell’attività e hanno il grande privilegio di portare in piazza l’appartenenza a un territorio……a un modo di essere.
Sono intorno i 240 i figuranti del Comune (più i 70 componenti la banda musicale) scelti fra quei cittadini che presentano domanda, ognuno dei quali ha un ruolo e un vestito ben preciso pur con connotati fisici diversi.
La vestizione delle comparse avviene in una sala apposita che da su Piazza del Mercato o passando dall’Entrone e scendendo dai Magazzini del Sale all’interno del Palazzo Pubblico.
Ben 240 persone, costumi, berretti, accessori di ogni tipo e foggia, 480 paia di scarpe (più le 140 dei musicisti) in un caos ordinato che niente lascia al caso e sfugge alle addette del comune.
Finisce il corteo, nelle ceste bianche da pane ogni partecipante ripone le vesti del proprio sudore, le armi, i vessilli, l’impeto delle emozioni, l’infinita gioia di chi ha vinto un giro di giostra della vita, l’agro di chi ha visto trionfare l’avversaria e ha poca voglia di parlare.
Il giorno dopo la Piazza del Mercato pare il film di Stanlio e Ollio nella legione straniera, con centinaia di metri di vestiti stesi ad asciugare e di scarpe a prendere aria.















Ma la deliziosa signora con il cappottino viola?
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