Potare una pergola d’uva e glicine

Un gennaio con il terreno zuppo, le mimose e le camelie in fiore, il giubbotto lasciato da qualche parte in terra e ripreso solo quando tramonta il sole, un inverno che non purifica e non spazza via tutto il malessere precedente.
Una pergola di vite che si interseca di glicine con i profumati fiori violetti che si mescolano fra i grappoli in un prosaico meriggio agostano di panzanella fresca, con le piante che formano tutto questo, dal diametro di tronco degno di un piattino da dolce.

Levare immediatamente le parti secche e quelle periferiche che si mostrano meno in salute troncare nella vite dei razzoletti a due gemme per rinforzare la pianta e rinvigorire il legno dove riserve coprire.

Sfoltire il glicine con i tralci che si impennano verso il cielo e dove si fa più intrinseco… con questo clima, una disinfettata ai tagli con poltiglia bordolese, male non fa.

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