Certosa di Pontignano e dintorni eno – gastronomici

La Certosa di Pontignano, o Certosa di San Pietro, ha un passato storico secolare, ma rimane alle cronache come il luogo conventicolo per le riunioni delle teste di fiammifero che gironzolavano intorno all’Ulivo, poi rivelatosi ebbro di Compagna Mosca Olearia che si saziava con qualche nomina in banca e un vitalizio misericordioso.
Intorno la Certosa, una camminata silente nelle vigne ad alberello di Dievole, le strettoie, i punti di fuga visivi che spaziano dal Chianti alle vette di Siena.
Intorno, ai piedi della salita di Ponte a Bozzone la stella cometa dei golosi procede dritta verso la macelleria Rapaccini dove dentro si respira un aria di insaccato e pepe, con un bancone che contiene le commoventi bizzarrie dell’inventiva rinascimentale e guadente con cui il titolare (Cesare) inebria le aspettative di chi passa e si ferma.
E con una fetta di salame, prosciutto, finocchiona o spalla, appoggiate sul pane del forno di Pianella, si profila la maestà di un bicchiere di vino che li da quelle parti si battezza Querciavalle della famiglia Losi, di cui Valeria è il volto gentile che riempie i bicchieri.

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