Il vivaista tanti anni fa, affidò le barbatelle al cliente dicendo che si trattava di uva Dresda, ottima per fare il vinsanto e che non sarebbe marcita come avviene di norma con la malvasia nelle annate più dementi come quella di quest’anno.
E infatti l’uva Dresda ha retto fino a qualche istante fa, momento in cui è stata raccolta, diraspata, pressata, il mosto è stato fatto decantare per una notte e travasato e messo a bollire nel pulito.
Ne viene un bel vino con un aroma di mela e pesca, verdognolo paglierino con una bella beva e acidità.
L’uva Dresda non suona, il nome non dice niente, però guardando le foglie, il grappolo, il non marcire e recuperando nella memoria olfattiva certi sentori e caratteristiche, si finisce col dire che questo sarà un bel bianco che intanto fermenta piano e si chiama Riesling.









Riesling a Vertine?
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Si, c’è anche questo.
La presentazione non al vinitali, non al circo delle anteprime, non al galà del Gambero, ma alla prossima salsicciata fra gli ulivi 🙂
Ho da travasarlo a breve, ma finchè non piove colgo ulive e lo lascio nella sua motina fina a pigliare puzzetti strani 🙂
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