Siena: chiude l’Enoteca Italiana

Da tempo ormai questa storica istituzione sta barcollando pericolosamente, al punto che ormai non si aspetta che il tonfo del crollo definitivo… A nulla sono valsi gli interventi a dire il vero abbastanza soft dei sindacati e tanto meno quelli dei politici, con soci fondatori come il Comune di Siena ormai attento quasi solo ai canoni arretrati per l’affitto dei Bastioni, la Regione, la Provincia e la Camera di Commercio, un tempo così solerti nel colmare le seggiole di presidenti, vicepresidenti, direttori e consiglieri, ormai defilate. E tutti insieme, riuniti in assemblee che ormai si concludono sempre con la delibera di non deliberare un bel niente! Un Ministero dell’Agricoltura che oramai non eroga più risorse per la promozione dei vini e dei territori d’origine, settori ritenuti tra i più importanti dell’Economia italiana.

Intanto i 13 dipendenti, nessuno dei quali lo fa per hobby, che da gennaio ad oggi hanno percepito solo qualche mozzicone di stipendio (la Cassa Integrazione, si sa, viene dallo Stato quindi se arriva non può farlo che con cospicuo ritardo), continuano con abnegazione e senso del dovere ad andare a lavoro, ormai però coltivando solo un flebile lumicino di speranza nel futuro…
La colpa? Come si ama dire di questi tempi è perfettamente inutile andare a ritroso alla caccia dei colpevoli (cfr. dietrologia) anche se ce ne sono, ma a quanto pare appartengono ad una qualche specie protetta (purtroppo non in via d’estinzione!) tanto che a cercarli si passa solo da novelli “Donchisciotte!”.
Ma perché, in quest’Italia della caccia alle streghe a senso unico, nessuno ha il coraggio di dire la verità a questi poveretti e cioè che grazie alle scelte scellerate di chi negli anni precedenti ha fatto solo finta di dirigere ed amministrare questo ente, dovranno cercarsi un altro lavoro?
E con i tempi che corrono, per 13 “ragazzi” di 40-50 anni cresciuti a fare il mestiere del vinattiere o del computista, sai quanti posti di lavoro ci sono, pronti ad aspettare proprio loro!
Complimenti Signori: un altro piccolo ma nobile pezzetto di Siena operosa sta per sparire e lo sta facendo nell’omertà di chi ha come unico obbiettivo il salvataggio della faccia (!?) dei politici, con tanti saluti a 13 posti di lavoro ed altrettante famiglie che, presto, godranno della presenza di un disoccupato in più!

Lettera firmata

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0 Responses to Siena: chiude l’Enoteca Italiana

  1. Avatar di silvana biasutti silvana biasutti ha detto:

    Non è un blog il luogo giusto per argomentare, ma era inevitabile (e non sto qui a raccontare: non è il luogo). Tutto quello che è stato fatto in modo un po’ ‘forzato’ (poco o tanto) è destinato a sgretolarsi, di questi tempi. Anche in altri tempi, forse, ma ora è inevitabile. Tutte le operazioni, le attività che sono state in piedi su basi discutibili sono in pericolo. Di certo si prova partecipazione per tutti quelli che ci vanno di mezzo, avendo lavorato; chi sa che cosa vuole dire perdere il lavoro non può non sentirsi profondamente solidale.
    Il pensiero arrabbiato va alle decisioni e all’energia che avrebbe dovuto essere spese per rendere l’enoteca quello che si diceva fosse. Voglio dire che si doveva lavorare per obiettivi che potevano essere raggiunti. Ma bisogna essere capaci a) di avere obiettivi, b) di elaborare politiche per raggiungerli.

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  2. Avatar di andrea Andrea Pagliantini ha detto:

    Di politica ce ne è stata fin troppa all’interno dell’Enoteca (come di altre situazioni locali) ma non si tratta di progetti o lungimiranza, bensì di persone che per un motivo o per l’altro necessitavano di sistemazione ad altro incarico dopo essere stati onorevoli, consiglieri regionali, assessori ecc. ecc.
    Serve a poco in questo frangente dire queste cose, ma è necessario sapere che un progetto è naufragato malamente per motivi superiori a chi vi lavorava.
    L’idea (che nasce da lontano) era buona. E’ il modo con cui certa politica gestisce le cose, le risorse e le persone che fa spavento.

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