Al tocco in punto s’aveva appuntamento di trovarsi al Passo del Lume Spento di fronte al campo dal golf dove stanno gli atleti che giocano a tirare le palline nell’Ombrone per chiappare le trote a distanza perchè se ci si doveva trovare di fronte a un’enoteca dentro Montalcino, per quante ce ne sono si poteva girare per anni senza incontrarsi mai e si correva il rischio che la pasta al sugo di nana che avevo prenotato all’Osteria Osticcio pigliasse la destinazione di qualche altro piatto che non fosse il mio e la cosa m’arebbe parecchio fatto stiantà d’invidia serpigna.
Matt Damon sa a mente ogni particella catastale indò stanno le vigne d’ogni azienda, è un vero conoscente del vino e dei sesti d’impianto, ma io bevo solo Rosatello Ruffino perchè quando ero piccino mi garbava la pubblicità che facevano alla radio prima del gazzettino toscano e sò che ha chiesto tredicimila volte a Raffaella Carrà che un c’è mai stata a Montalcino di portarlo a far visita al Campinoti delle Ragnaie, dall’Alessia Salvioni che faceva la controfigura nei film d’azione come “Borne Identity” e da Luciano Ciolfi che c’ha il nonno Bramante che ha compiuto dugent’anni la settimana passa e se non è a fare i rimontaggi al vino novo, lo avrebbe salutato più che volentieri.
Io notoriamente un capisco molto di vino e d’altre cose…. però m’intendo di pallone amatoriale.
M’hanno detto che qui ci son parecchie aziende che fanno i biodinamico che sarebbe la biciretta da muntan baic che tira il coltro al posto del bove e vengano du gambe come quelle di Nibali che ha appena vinto il giro di Francia. M’hanno anche detto che con i mi discorsi ci riempiono i corno letame e lo danno ai germogli delle viti per dargli azoto ma come sia questo procedimento un lo so, bisogna che me lo faccia spiegare da Mario Gomez o da i Romanelli quando si fa la cena dei crostini verdi a casa della su mamma.
Madonna delle Grazie 2008 dì Mori, meno male che la Raffaella m’ha detto che Matt era solo e io un capivo perchè s’era rimasti che c’era anche Agatha Cristie con lui in questo viaggio.
Io so duro come il legno di sorbo con le scrittrici inglesi che scrivono i gialli, che poi dovrebbero essere libri di cucina che parlano delle giallarelle, i funghi che nascono sotto i quercioli in questo periodo e si va sempre a cercarli sopra i poggi della Rufina con la Sabrina Somigli che poi me li coce con le sarsicce e mi ci fa un sugone per le tagliatelle fatte in casa che fa da sola o che mi fa la mi mamma e allora me ne da un tegamino da portare via che la mi moglie in cucina ci capisce quanto Marchionne a accomodà l’orologi.
Ci s’era appena messi a sedè all’Osteria e avevo spiegato alla cameriera che c’era un malinteso fra l’essere in quattro che invece siamo tre…. le prime fette di salame da sentire, che mi chiama la protezione civile e il comandante dei carabinieri per dirmi che era scappato il cane da penna a Donatella Cinelli Colombini e bisognava creare un battaglione di ricerca di quella bestia prima che guidasse i cinghiali all’assalto delle vigne di Soldera e nascesse la scintilla per un lancio di missili acqua – terra sparati dalla sua portaerei ormeggiata nel lago di Bolsena.
Lascio Raffaella e Matt a desinare e io piglio e vo a cercare il cane da penna della Cinelli che mi sta simpatica perchè ha il cognome doppio come Cecchi Gori e questo significa che so persone di cultura.
No pe’ vantammi ma ho sciolto le donnine della messa delle cinque, l’omini della bocciofila e gli opinionisti delle panchine di Sotto Vertine che tarabaralla, in meno di venti minuti hanno pettinato tutto i comune e trovato il cane da penna della Donatella a ascoltà i risultati della vendemmia di Brunello alla fortezza e abbaiava contento che è un’annata cinque stelle anche quest’anno come tutti l’anni a Montalcino.
Sistemata anche questa, evitato un lancio dalla base portaerei missilistica di Bolsena e riportato la calma e la pace ni borgo, ritorno al mi sugo di nana e a una proposta di Matt che mi garba parecchio: mangiare alla svelta e andare alla stazione di Sant’Angelo Scalo a tirare schiaffi ai passeggeri dei treni in transito mentre la Raffaella ripensa a quando Alberto Sordi faceva il tuca tuca e Benigni arzigogolava della patonza.
Anche il rinfresco per il matrimonio di Geoerge Clunei è opera mia avendone curata tutta l’organizzazione nella splendida cornice della lochescion del palazzo di Venezia e avendo sovrinteso alla cottura del cacciucco offerto agli ospiti che tutti n’hanno ripreso più volte.
Sempre forza viola.









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