La domenica sportiva del cuore di quercia

C’è chi si alza e cerca nell’archivio dei vestiti la montura per sfilare alla messa, e c’è chi si incaponisce nel voler rimettere in moto una vespa ferma da quindici anni, di quelle prive di elettronica, e infatti alla quinta pedalata la vespa entra in moto.
C’è chi va a cogliere il finocchio selvatico appena granito per insaporire le patate nel tegame, le braciole di maiale o sua maesta imperiale il fegatello (di maiale o di cinghiale) avvolto nella rete di maiale. C’è chi va a cogliere le more da marmellata.
Chi porta in giro il cane, chi va a bagnare le viti appena piantate mentre piove e chi arriva con un cavallo come quello di D’Artagnan che giunge a Parigi nei Tre Moschettieri e segue il filo logico della sentieristica del Chianti.
Ci sono delle roselline antiche bagnate dalla guazza notturna, invitante colazione dei daini e c’è un gatto pancia all’aria che gode ad essere fotografato dai turisti.
C’è anche chi monta una tenda per campeggiare sotto il ciliegio dell’orto, chi accende il fuoco per le salsicce e chi fruga fra le damigiane in cerca di qualcosa di rosso da stappare.

Non manca una coccinella che gironzola in un cuore di sentimenti infiniti appena rinvenuto all’interno di una quercia.

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