San Gimignano sapori di Toscana

D’estate, per gustare la bellezza infinita di questo luogo occorre aspettare la mattina presto o quando piove.

La gente si dirada, la mole di letame messo in vendita ai turisti viene tirata negli atri delle botteghe e diventano quasi invisibili i pinocchi, i corni rossi, i busti dei papi, le palline di neve con le torri, le mutande tricolori, le borse di ogni foggia e colore sgargiante, i cinghiali imbalsamati con i loro cuccioli di peluche, il vino, l’olio, la pasta buttati al sole per strada come fossero tappeti e non cose vive.
Tanto è vero che, in una città che deve la sua forza e fisionomia estetica da sempre al commercio e alle botteghe, l’unica casa diroccata e da rimettere è quella di Santa Fina, piccola donna dedita agli altri più che al commercio.

I sapori di Toscana arrivano ogni mattina con un camioncino, l’arteria principale è piena di mercanzia cinese per turisti che affollano questi bazar di robe che luccicano e pizze di plastica che cuociono.
Gli opinionisti sono divisi in due fazioni: chi sotto il portico buio di fronte al duomo (sezione radiologia) chi sotto il portico aperto (sezione risonanza magnetica), mentre gli americani con la doppia buzza da riempire stanno nel mezzo a guardare i piccioni che sorvolano il campanile e pensano quanto sono fortunati (i piccioni) a vivere così in alto su tale bellezza.

C’è in un cortile una riproduzione fedele di San Gimignano fatta di ceramica, la chiesa di Sant’Agostino con la meraviglia dei dipinti dietro l’altare di Benozzo Gozzoli, c’è un pezzo di orti e frutti rigogliosi, le pietre levigate dai passi, dai culi seduti, dalle pioggie e stagioni.
C’è in mezzo alle botteghe la sede locale del PD (come se fosse antani) e nessuno capisce la differenza.
C’è lo schermo del cinema all’aperto, l’invitante profumo esce dalla cucina della Trattoria Chiribiri, una monaca anziana a fare slalom, le troppe chiese che avanzano e vengono usate come museo ornitologico, una ricamatrice che personalizza grembiuli e vestitini.

C’è un suonatore d’arpa, da solo, in un vicolo stretto, immerso fra suono, bellezza, contemplazione e note.

Oppure venire a febbraio, con la bellezza larga a disposizione di pochi, durante l’anteprima della Vernaccia avendo l’avvertenza di coprire il collo e gli occhiali con una sciarpa capiente e un bel cappello di lana colorato come fosse un nido di rondine.

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0 Responses to San Gimignano sapori di Toscana

  1. Avatar di Daniela Daniela ha detto:

    Quelli del PD sono permalosi e vendicativi……… smettila di prenderli in giro 🙂

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  2. Avatar di silvana silvana ha detto:

    Quelli del PD sono alleati di quelli del PDL, che è peggio (o meglio!?).

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  3. Avatar di andrea Andrea Pagliantini ha detto:

    Li prende in giro anche Roberto Benigni recitando il ventitreesimo canto della Divina Commedia e nelle prime file devono ridere per forza dopo aver pagato il biglietto………. qui almeno è gratis.

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  4. Pingback: Marco Ungaro, da Gussano a Roma in bicicletta lungo la via Francigena | Andrea Pagliantini

  5. Avatar di carla carla ha detto:

    bel post

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  6. Avatar di solo solo ha detto:

    San Gimignano è un posto incantevole, ma è anche vero che c’è tanta monnezza in vendita a caro prezzo…..

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