Si tratta di una malattia molto pericolosa per la vite ed appartiene alla categoria dei giallumi la cui trasmissione avviene per mezzo della cicalina (denominata Scafoidea) che funge da vettore.
Alla ripresa vegetativa i tralci sono deboli, privi di forza, con scarsa germogliazioni o assenza di essa. La pianta non muore ma regredisce diventando improduttiva.
La scafoidea lascia le uova nei tralci vecchi di un anno e trova un ambiente adatto per riprodursi nelle potature legnose della vite che di norma andrebbero (sempre) distrutte con il fuoco o compostate.
Vista la pericolosità della malattia e dei danni che essa può provocare è buona norma non lasciare nei campi grovigli di potature per anni (vanno distrutte per l’integrità del patrimonio vitivinicolo, nei sarmenti potrebbero annidarsi uova di scafoidea), come è buona norma per chi si proclama biodinamico e attento all’ambiente di separare plastica, colonne di cemento, pali di legno e chilometri di filo di ferro da viti estirpate e sarmenti antichi raggomitolati insieme a cumuli di terra.
I marginalizzatori di vigne.
Vini veri,vini naturali……. grandi artisti!!! 😦
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Sono amanti delle cose naturali….. favoriscono anche l’affermarsi delle malattie!
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Farebbero bene a bruciare quelle viti estirpate e poi levarsi tutti dai coglioni.
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Sei una miniera di informazioni…ciao Mariassunta
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Ma questo sono degli untori, non dei vignaioli!!!!
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banda di bischeri…………..
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