Non si sente parlare di questo liquore dai tempi di Pinocchio e della Fata Turchina o dalle feste di comunione nel Padrino, o, più recentemente nel Capo dei Capi in un colloquio fra futuro genero e futuro suocero.
L’ottobrata di sole ha messo in moto un processo di creazione di rose bellissime dense di profumi privi di qualunque insetticida che mano d’uomo possa spruzzare.
Dalla bellezza ottobrina delle rose l’idea di riprodurre un liquore antico mai assaggiato che probabilmente rimanderà al sentore di saponetta Camay.
Una ventina di petali di rosa pestati insieme a cinquanta grammi di zucchero e poi aggiunti dentro una garaffa ermetica con 400 grammi di alcol buongusto in macerazione per una decina di giorni ricordando di agitare ogni tanto.
Si cava il liquido dalla macerazione e si aggiungono 400 grammi di acqua, zucchero come uno gli garba e si imbottiglia aspettando a berlo una mesata….se si riesce.
Andrea Pagliantini 
Bel nome, bel liquore, bell’idea. Solo che gli italiani non sono capaci di far conoscere – nemmeno a sé stessi – queste bellezze. I toscani ancora meno.
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Siamo abituati a piantare cipressini in ogni dove per dare di noi un’immagine di vero finto toscano che faceva tanto ganzo e portafoglio,
Molta gente normale veniva da queste parti si è stancata della finzione e di essere presa in giro.
Arriveranno americani e riccastri russi a frotte a prendere ancora di più per il culo il territorio e farlo a pezzi mentre noi che lo viviamo saremos empre più ai margini accucciati con qualche spicciolo.
Comunque l’ho assaggiato il rosolio……. e il sapore non mi dispiace.
Non sà neanche di saponetta ma ha una fragranza e un retrogusto gradevole.
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l’ho assaggiato questa estate in sardegna in un agriturismo…è buonissimo…
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