Le foto non rendono giustizia alla bellezza degli occhi di questo ricciolino.
Occhi dell’intenso colore del mare che sembrano quelli di Maria Concetta Mattei.
Una pallina di spine che si aggira fra gli ulivi tranquillo come un gattino, certo che nessuno gli farà del male anche se, quando sarà grande è meglio stia lontano dagli orti.
…meraviglioso!!!!…è uno dei miei animali preferiti,insieme allo scoiattolo…Entrambi li vedo anche qui ,nel quartiere dove abito,un po’ più guardinghi e frettolosi di nascondersi…
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Vederlo così mi viene quasi da accarezzarlo… 🙂
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Che tenero questo animaletto pieno di spine.
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Ne avevo uno intorno anche stamani ed era come se non ci fossi, sereno, tranquillo, certo che con me non si sarebbe potuto trovare in pericolo.
Sono bellini, ma sono anche il segno che tanta schifezza chimica nella porzione di ambiente mi trovo a meneggiare non se ne trova….. non c’è.
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..raccontaci,raccontaci…Li trovi a giro la mattina presto o sul far della sera?…mi piacerebbe tanto poterlo vedere uno tranquillo come sembra dalle tue foto ….Una volta che posso venire dalle tue parti,me li fai vedere? un saluto eli
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Sono graziosissimi e socievoli, madri incluse, che quando capiscono che la figliolanza è bene accetta, la lasciano razzolare intorno a casa.
Il loro nemico classico è la volpe, da cui si difendono appallottolandosi; mi raccontavano i conterranei dei luoghi – ricchi di castagneti – dov’era nata mia madre che la volpe ha un suo sistema per farli aprire e riuscire a mordere le loro parti molli e indifese: gli piscia sopra e loro – un po’ ingenui – al calore della pipì volpina si aprono… non c’è happy end, ovviamente.
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…Grazie Silvana,…conoscevo la “birbata” della volpe…Mi è capitato una volta d’incontrarne uno ,furtivo ,nel mio quartiere…e di esser riuscita a prenderlo appena appallottolato…Ma ho sentito che gli batteva forte forte il cuore,che l’ho riposato subito a terra,temendo gli venisse un “coccolone”x l’ansia…Era bellissimo…Probabilmente un pò spaventato dalle auto che circolavano rumorose in zona…un saluto
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cara Elisabetta, speriamo che la crisi non faccia tornare (ma già ho visto i segni) vecchie usanze culinarie il cui menu prevede il consumo di porcospini, istrici e …topi!
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…Degli istrici sapevo,..che venivano cucinati dopo aver provocato qlke incidente con l’auto…Giusto x non sprecar nulla,come x le lepri o i cinghiali….Ma dei topi e dei porcospino,non immaginavo esistessero anche vecchie usanze culinarie…I prossimi mesi saranno duri un po’ x tutti…Un saluto
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Grazie alla crisi, sarebbe la volta buona diminuisce il numero dei cinghiali……..
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…e dei caprioli.
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Correva l’autunno del 1972, mia sorella era matricola a Pisa, una sera rincasando presso l’affittacamere dove alloggiava insieme a una sua compagna di corso fece capolino in cucina dove in pentola cuoceva qualcosa. Chiesto cosa fosse alla gongolante affittacamere, la risposta, estasiata, fu: “Topi!!”. Non era uno scherzo.
Riccio in umido e istrice arrosto morto sapevo anch’io essere sempre state prelibatezze da bracconiere. Mai provate, pero’.
In compenso chissa’ quanti gatti in umido mi sono mangiato senza saperlo.
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