Morire ha un impatto ambientale non indifferente per tutta una scelta di materiali pregiati devono finire sotto terra che un domani dovranno essere smaltiti in modo appropriato e cavilloso.
Ci vengono incontro fantasia e tecnologia con robustissime bare di cartone pressato che con il tempo si decompongono e non lasciano traccia nel terreno.
Oggetti personalizzabili con le immagini delle passioni del caro estinto che, (tanto per fare un esempio), se dovesse aver avuto la passione del vino, la bara potrebbe avere l’aspetto di cassetta di legno con l’immagine della bottiglia preferita o dell’attrice prediletta nel caso di un appassionato di cinema.
Indotto del caro estinto permettendo.
Ma proprio oggi ti metti a parlare di bare? 🙂
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……col cartone ,se non altro,sarà meno faticoso “risorgere”!…
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Un’idea geniale…chiederò uno stagno sui lati e delle nifee sul coperchio!
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ops…ninfee!
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La mamma mi diceva (ecologista ante litteram) che ‘almeno da morti bisogna occupare poco spazio e inquinare il meno possibile’: ha scelto di essere cremata e anch’io sono su quella linea.
A pensarci bene, però, il dispendio energetico di tutto quel fuoco non è poco. Un bel dilemma davvero.
Ora, per chi sceglie le fiamme c’è una novità “simpatica”. Un’urna fabbricata con sale e alghe, in cui mettere le ceneri del caro estinto e poi – ploff – gettarla in mare, dove il sale si scioglie e le alghe tornano a casa.
Non vedo però una soluzione adatta agli amanti del vino, nel caso delle ‘fiamme’.
Forse un brindisi con un vin brulé?!
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La fantasia si sbizzarrisce anche in campo funebre e se quel bischero di Silvio non cascava c’era la possibilità per lui di essere sepolto in una piramide creata appositamente nel giardino di Arcore e per noi comuni mortali la possibilità di scegliere qualche posto meno appariscente ma intimamente caro.

A me di finire sotto l’ulivo più vecchio del Campino mi è sempre piaciuto, lo stesso penso per qualche amante del vino di finire sotto le radici di qualche pianta di Sangiovese… ma anche il mare è un ipotesi stuzzicante e molto ecologica.
Sarò (anzi sono) un gran bischerone, ma a me una bara con l’immagine che metto nel link mi stuzzica tantissimo 🙂
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..anche io la vorrei in mezzo ai campi ne poggrtto di fronte ..(un po come gli etruschi..loro sì che se ne intendevano..)ma i regolamenti burocratici non lo consentono …forse temono di non riuscire a controllarci da morti e per questo ci ammassano tutti x quanti anni vogliono.
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Per chi ama le fiamme, non essendo ancora autorizzate pire pagane, essendo obbligati quindi a ricorrere al crematorio comunale, il dilemma e’ semmai sul dopo: che fare delle ceneri. Negli attuali tempi di liberalizzazione del destino della cenere, per gli amanti dell’agroalimentare, di qualunque prodotto agro, la scelta e’ immediata: via a far concime alla pianta preferita. Nel caso degli olivi, insieme alla cenere della grigliata o dello spiedo, come tradizione vuole. Nel caso di etruscheggianti con rilassato rapporto con l’aldila’: insieme alla cenere della grigliata o dello spiedo della gran mangiata di saluto al caro estinto. Accompagnati per sempre da qualche lacrimuccia di grasso di fegatello e ratta. Mica male come pianto funebre, son lacrime che la pioggia lava difficilmente.
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Una bella mangiata in ricordo al defunto e la mescolanza delle ceneri della cottura delle salsicce a quelle del caro estinto per governare gli ulivi come sempre si fa con le rimanenze della brace, mi pare una bella idea….
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Ma queste bare sono reperibili da noi e soprattutto.. . Sono legali con riferimento alla nostra normativa?
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Queste bare sono reperibili da noi e soprattutto sono legali con riferimento alla nostra normativa?
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Le bare sono compatibili con le norme italiane da vari anni, mi pare dal 2007, ma sul fatto che siano reperibili è un altro discorso
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