La gloriosa caffettiera Bialetti dell’omino con i baffi è in crisi mistica per l’avvento dell’espresso casa, ma soprattutto del caffè in pasticche che sta spopolando dai luoghi pubblici alle famiglie.
Eppure in tempi in cui è aumentata la sensibilità per la spesa giusta e di produrre meno rifiuti questo tipo di espresso è un serio controsenso dato che il caffè è contenuto in una cialda di plastica a perdere con corredo dello stesso numero di palettine di plastica avvolte nella carta una per una, bicchierini sempre di plastica e bustine di zucchero come al bar.
Mettendo insieme il corredo di rifiuti dall’imballaggio di cartone della scatola, delle palettine, delle bustine di zucchero e la plastica di palette, bicchieri e cialde si fa una bella quantità di scarto da buttare.
A casa tazzine, bicchieri e cucchiai non mancano come il classico chilo di zucchero……. forse la via biodinamica al caffè è questa.
Andrea Pagliantini 
Completamente d’accordo con te: parlano tanto di sostenibilità e per bere la cosa più semplice (“il caffé è la cosa più veloce del mondo: uno entra in un bar, buongiorno, mi fa un caffè? lo beve e se ne va”, C. Bisio in Mediterraneo) si complicano la vita con macchinette e orpelli. Oltretutto ingrassando chi è già opimo.
Quasi quasi boycott George, e pure Malkovich.
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Ottima osservazione. La rivoluzione comportamentale parte da queste riflessioni. Il sistema incita al consumo ma la controinformazione come questa può limitare i danni.
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Hai ragione da vendere.
Volevo segnalarti (magari lo sai già) l’iniziativa di Capannori:
http://www.rifiutizerocapannori.it/component/content/article/38-fp-rokstories/111-lettera-aperta-alla-lavazza.html
Ciao
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Vi aggiungo questa notizia che magari a latitudini più basse dove fortunatamente risiedete è passata in secondo piano.
A Grono, nel Canton Grigioni, è sorta una fabbrica che produce capsule per la pubblicizzata macchinetta. Capsule che, benché prodotte nella ricca Elvezia, costano la metà di quelle originali e sono vendute in locali supermercati popolari.
Risultato: i capsulatori del mondo che si avvalgono di attoroni per divulgare il verbo sono intervenuti e, tomo tomo cacchio cacchio, ne hanno impedito la vendita, azzerando il principio di compatibilità su cui si è retta l’economia dei pezzi di ricambio da quando questa esiste, e mettendo in difficoltà parecchie famiglie.
Loro possono, altri no.
Chissà che ne pensa il sorridente, progressista, illuminato, liblab, George.
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poi con i fondi di caffe’ della macchinetta ci si ingrassano i geranei….vero stefy..?
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e…in Turchia nei fondi ti leggono il destino !!
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Andrea siamo in un mondo dove il consumo ha la priorità. Si deve produrre per guadagnare e riempire ancor di più quelle tasche già piene. Il futuro di questo pianeta non interessa.
Poverini quelli che producono la plastica che fine fanno se non si consuma…
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E aggiungo anche al modico prezzo di 55€ al chilo, il che non è male, oltre a produrre i soliti scarti da smaltire detti prima.
Bello il link di cosa fanno a Capannori e sfiziosa la notizia delle cialde svizzere.
Ma il borbottare del caffè che sale nella macchinetta e si spande di profumo per le stanze non ha paragone.
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@ Michele, la zia nelle Marche ci pulisce anche i tubi dell’acquaio! 😉 A me si è rotta la guarnizione della macchinetta espresso, e ho ricominciato ad usare la moka….concordo che il profumo che abbraccia la cucina è tanta poesia!
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noi non siamo fissati con il caffè,ma sono anni che siamo ritornati indietro,alla vecchia moka( e te andrea l’hai visto con i tuoi occhi) ci mancava l’odore a giro per la cucina e il fischiettio.
Anche a Vertine portai il caffè fatto con la 8 – 10 tazze e poi messo nel vecchio caro antico thermos. effettivamente
a casa mia ci sono tutte le misure, da uno, da tre…… e anche tutte le marche, non solo bialetti!
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