Origo, il Museo delle origini del Chianti

Le ex Cantine Ricasoli per alcuni anni sono state un edificio troppo grande al cospetto di un paese troppo piccolo, che utilizzava quegli ampi spazi per qualche sporadica iniziativa nel corso dell’anno e poi rimanevano inesorabilmente chiuse.
Per arrivare all’inaugurazione e all’apertura del Museo rivolta alla popolazione, alla stampa, alle aziende agrarie del territorio ci sono stati anni di lavoro a riflettori spenti, che hanno portato alla nascita di una grande cittadella culturale aperta al mondo.
Il Museo è suddiviso in quattro grandi spazi espositivi con all’ingresso il Punto informazioni e una piccola libreria (che si spera sarà arricchita di titoli).
Un omaggio alla figura del Maestro Cesare Olmastroni con una galleria che raccoglie le sue opere racconta l’evoluzione di un’artista che nel Chianti ha mosso i primi passi, vi ha trovato l’amore, ha affrescato alcune stanze del Castello di Meleto e successivamente (per tanti anni) ha curato con garbo sopraffino il restauro delle opere del Comune di Siena, e facendo da supporto ai tanti artisti che si sono cimentati con la realizzazione del Drappellone del Palio di Siena (firmandone lui stesso un paio).
Lo spazio del Vignaioli di Gaiole con due di teche a forma di botte che contengono annate storiche e un grande schermo dove passano le parole di chi il vino lo fa non per sentito dire.
L’immenso salone che occupa tutto il seconda piano con l’esposizione dei reperti storici etrusco/romani che la professoressa Nancy De Grummond con i suoi studenti dell’Università della Florida ha rinvenuto nel corso del mezzo secoli di scavi nel sito di Cetamura, visibili con un allestimento splendido.
Come i vinaccioli rinvenuti in un pozzo risalenti al III Secolo A.C. e la raccolta di ben 194 monete contenute in un piccolo manufatto di terracotta, che sono state resturate, esposte al Santa Maria della Scala di Siena e ora trovano qui la loro collocazione definitiva in mezzo a tanti oggetti di uso quotidiano d’epoca etrusca, a delle colonne rinvenute presso la chiesa di Monti e altri oggetti donati da privati.

Un altro spazio dedicato a un’officina d’epoca per la riparazione delle biciclette quando pesavano come un carro agricolo, con un percorso interattivo molto apprezzato dai giovani sportivi e – nota di colore – il gattone rosso che occupa le sedie delle dolci Alice e Sara, che da quando è stato inaugurato il Museo, qui si è trasferito e cerca il padrone solo all’ora dei pasti.

Questa voce è stata pubblicata in Senza categoria. Contrassegna il permalink.

Lascia un commento