La Nazione, un articolo sul torrente Chianti/Massellone

“L’annuncio era stato dato dal presidente Eugenio Giani (da poco riconfermato) alla presentazione della mostra del vino Chianti Classico a Greve lo scorso mese. “Adesso c’è la legge – specifica il sindaco di Gaiole Michele Pescini, nel cui territorio scorre… l’ex Massellone – e noi concordiamo poiché qui abbiamo sempre puntato sull’identità. C’è un documento dell’anno 790 che abbiamo nel nostro Museo Chianti Origo e che parla di una proprietà ‘in Chianti’ riferendosi alla valle del Massellone. Ne ha scritto l’esperto storico professor Renato Stopani. Con questo, non vogliamo mettere in discussione ciò che si intende per Chianti oggi, che è anche nella Tentative List dell’Unesco”.

Renato Stopani è uno dei massimi esperti di questa terra, con numerose ricerche soprattutto sull’arte romanica locale. Quando si parla di Chianti, si apre subito un ventaglio di pareri: dall’approvazione appunto alla cautela, al riserbo (Vito De Meo) allo scetticismo. Abbiamo sondato il parere di persone che sono da decenni esperte del Chianti, ne tramandano la storia. Alla fattispecie scetticismo può ascriversi il punto di vista di Massimo Anichini: “Sì. Cautela e scetticismo visto che da tempo immemore quel corso d’acqua si chiama Massellone e questa decisione trova la gente ignara”.

“Di valle del Chianti – osserva da parte sua Andrea Pagliantini, che ha un seguito blog su questa terra – riferisce il professor Stopani. Ci può stare il cambio di nome, ma serviva non un annuncio in un contesto diverso quale quello di Greve, bensì magari un evento a Gaiole per rendere la gente più partecipe”. Pagliantini pone in evidenza che la ricerca storico-scientifica è oggettiva; tuttavia si va a toccare adesso proprio l’aspetto se vogliamo ‘sentimentale’ e delle radici di una popolazione. Coinvolgere dunque di più i cittadini. “Ci sono pareri contrastanti, a quanto ho sentito”, afferma Silvia Ammavuta, che ritiene che tanti continueranno a chiamare quel breve corso d’acqua Massellone. Ci vorrà del tempo, in sintesi, affinché la nuova informazione si sedimenti.

Renzo Centri, da Gaiole, da decenni (come aveva fatto il padre, Enzo) porta avanti ricerche sul medioevo del Chianti. Si sofferma su elementi oggettivi dando uno sguardo anche oltre l’età di mezzo: “Di sicuro la valle del Massellone viene nominata in documenti come valle del Chianti. È plausibile che fosse il nome del fiume in epoca etrusca. Ci hanno lavorato diversi studiosi tra i quali il professor Stopani”. Non passi inosservata anche la variazione da “torrente” a “fiume” proprio per l’importanza storica, come sottolineato dal governatore Giani. Vito De Meo fa parte del Gruppo Archeologico Salingolpe, con base a Castellina ma con raggio di ricerca nel Chianti Senese: “La volontà e l’esperienza ci impongono di ragionare unicamente in termini scientifici. Poi, magari, dopo accurate verifiche indipendenti si chiarisce che il cambiamento del nome è giustificabile e va bene così ma fino a quel momento non andrei a sostenere tale scelta. Credo sia necessario almeno per adesso esprimere un prudente riserbo”.

Fonte: Andrea Ciappi La Nazione 26 ottobre 2025

Questa voce è stata pubblicata in Arte e curtura, Chianti Storico, Federica e contrassegnata con , , , , , , , , , , , , , . Contrassegna il permalink.

Lascia un commento