Leone Piccioni e l’arte contemporanea a Pienza

Figlio del ministro Attilio e fratello del compositore e direttore d’orchestra Piero, Leone Piccioni (studente universitario del professor Giuseppe Ungaretti) fu un alto dirigente RAI e un lungimirante appassionato d’arte, che ammaliato alle poesie di Luzi dedicate al territorio della Val d’Orcia e di Pienza, si trovo a prendere due stanzucce nel centro della città di Pio II, quando essa non era presa d’assalto come adesso dai profughi della vita modernae della cultura intesa coome gelato al cacio pecorino o calamite da frigorifero.
Essere un alto dirigente della RAI – unita a una vera passione per l’arte sotto ogni sua forma – aveva permesso a Leone Piccioni di venire in contatto con tutta una serie di personaggi dello spettacolo e di artisti che in breve vennero invitati a Pienza per esporre le loro opere nella rotondità del suolo che nutre il grano o per la creazione di convegni e mostre di ogni tipo.
Stregati dall’umile fastosità di questi luoghi in disparte ben prima che diventasse Unesco e il profumo di pecorino inondasse le vie mescolato a bolgherette boccette di essenze, arrivarono nomi da brivido nel campo della pittura e che donarono al Comune di Pienza un’opera del loro ingegno.
Da collezioni private, ma soprattutto dalle donazioni di artisti all’amministrazione pientina, è stata allestita una splendida mostra (ingresso gratuito) presso il Conservatorio San Carlo (visitabile fino al 9 novembre) che raccoglie opere di Guttuso, Sassu, Carrà, Capogrossi, De Chirico, Fontana, Maccari, Manzù, Mirò, Pomodoro…

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