
























Forse è un caso unico al mondo quello di una cantina che ha base dentro una ZTL e ha le vasche di fermentazione e affinamento dietro al banco della vendita diretta e la vinaccia pressata predisposta in cassette da uva all’ingresso.
Passandoci davanti, il profumo della vinaccia avvolge anche gli olfatti più intasati davanti a quel grande portone di legno che separa la via principale di San Quirico da una delle arti e dei mestieri più antichi e appaganti quale il fare vino.
A sangiovesi di una beva sopraffina che nascono nelle vigne intorno a Vignoni e fermentano nel centro storico, si gira intorno all’edificio, si sale una scala di pietra e con due grosse chiavi da chilo che si portano sotto braccio, si apre uno stanzone immenso di base e di altezza con erculee capriate in legno di castagno, che ha le finestre aperte ma protette da finissime reti per non lasciar passare insetti.
Alla rete dal lato esterno si accalcano centinaia di vespe impazzite per non poter entrare dentro, attratte da una distesa di malvasia e trebbiano stesa sui cannicci e sorretta da imponenti castelli realizzati con perizia grazie ai Tubi Innocenti.
Il presente e il futuro del Vinsanto in una sola stanza, con decine di caratelli dai legni e dalle età diverse, con l’uva del presente posta ad asciugarsi prima di arrivare al punto zuccherino giusto per essere riscesa al piano di sotto, schiccolata grossolanamente e pressata, per separare quel liquido prezioso che sgorga dalle bucce dopo l’appassimento.
Il mosto concentrato di malvasia e trebbiano tornerà nella parte superiore dell’edificio per trovare posto nei caratelli che hanno dentro il Vinsanto dell’annata più lontana.
La cera lacca sul tappo del caratello a garantirne la tenuta durante le fermentazioni dei mesi estivi e il riposo dei mesi invernali.
Una bontà assoluta, l’unico Vinsanto al mondo a essere prodotto all’interno di una ZTL.