Vertine quando aveva sette torri

Un affresco di epoca cinquecentesca realizzato da un artista ignoto di scuola fiorentina, mostra come era Vertine a quell’epoca, con le sue spesse mura, con le sette torri merlate coperte – quasi sicuramente – di laterizio.
Questa immagine si trova nel salottino della casa del prete e se il gioco di trovare dove possano essere state o siano tuttora le torri rimaste, chiudendo gli occhi viene immediatamente alla luce il pianoforte che stava esattamente sotto l’affresco, il vecchio prete Fallaci che ogni tanto lo strimpellava, il suo nero pastrano in cui si rinvoltava e le sedute con il mento appoggiato al bastone sullo spesso muricciolo del camino per mettere la schiena al calduccino.

Nel suo piccolo all’epoca Vertine era una piccola San Gimignano in miniatura, unico rifugio sicuro dove i ribelli Ricasoli potevano rifugiarsi e non essere stanati, unico rifugio per quelli più fedeli alla madre patria fiorentina quando le cose si mettevano male.
E’ stato l’unico castello del Chianti che non è mai stato conquistato e devastato, ciò che è franato lo è stato per il tempo,, ma poi amorevolmente ricostruito.
L’ultimo edificio nel 1972, quando Alberto Bruschi da Grassina -antiquario fiorentino -restaurò la torre di Vertine e la dotò di quella splendida e modernissima scala metallica (ad alveare dove si vede sotto) che ancora oggi conduce all’ingresso della torre della porta.

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