Pagliarese Chianti Classico Riserva 1981

Una bottiglia antica, nascosta alla luce e coperta dalla polvere del tempo che in questo caso preserva, nasconde e protegge.
Sigillata a cera lacca da un vigile urbano (Santino di Vagliagli) e con un cartellino pendente che stava a significare l’essere una delle quattro bottiglie campione per l’esportazione, due delle quali da inviare al laboratorio di analisi, una in giacenza in cantina, una per i vigili.
Il tappo è perfetto, imbevuto per mezzo centimetro dal vino, il suo profumo è superbo (come quando si apre una botte dopo un travaso) granato, subito pungente all’olfatto (come se fosse ai blocchi di partenza in attesa di essere stappato).
Teconolgia: scelta del tempo di vendemmia, vinificazione in solitaria delle uve del vigneto (sangiovese in prevalenza con qualche velatura di uva bianca) diraspatrice che balla, vasca di cemento, rimontaggi all’aria e svinatura dopo una ventina di giorni, sosta nel cemento prima della sfecciatura, botte grande da 70 hl e poi smezzata all’imbottigliamento in una da 37 hl, quasi conque anni dopo.
Questo vino nasceva in una zona dove solo l’errore umano o un’annata oltraggiosa potevano arrecare danno alla sua riuscita.

E’ stato degnamente festeggiato e condiviso come merita un grandioso esponente della terra… quella di quando non ci si montava la testa, forte di quarantaquattro anni di attesa.

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