
Oggi pioviggina e con il fumo acre di olivastro spanto a caso dal vento, gli occhi si arrossiscono e per diversi tratti lacrimano.
Sono tante le cose che vengono in mente, alcuni episodi sono veramente gustosi e divertenti e tutti in questo momento si fanno largo fra la strada dei ricordi e della malinconica giornata uggiosa.
La soddisfazione di prosciutto e carciofini sott’olio e poi riposino nella Uno turchina dopo una giornata a giro con il camion a portare vino nel mondo.
Le cassette di legno da sei o dodici bottiglie chiuse con i bullettini con quelle manone e sempre con quelle, la maestria di mettere etichette, fascette e galli a quei minuscoli fiaschetti da mezzo litro con la colla a pennello.
Burbero e limpidissimo, come quando felice del 127 nuovo, al Ponte di Ferro fu arpionato da una macchina in senso contrario e poi scoprì che era il prete di San Regolo con i suoi occhiali a culo di bottiglia, dopo aver dato in pasto al cielo diversi miserere.
O come quando (con la Uno nuova) Ilario con le forche davanti al trattore e con sopra una montagna di sormenti, sentì infrangere rumore metallico nelle punte, entrando di fatto nello sportello.
Le consegne di vino a Roma e Livorno con il prestigioso vino di Pagliarese, un’altra volta andarci con una bigoncia piena di vinaccia portando una macia di moscerini nella capitale o il mega preservativo gonfiato e legato sotto il camion e fatto notare dalla Polizia Stradale che si pisciava addosso dal ridere.
Brutta giornata oggi, si fruga fra le vecchie annate di Pagliarese per cavarne fuori il tappo e mettere nel bicchiere qualcosa che era anche tuo e ti ricorda.