Arista e tombola di Villa a Sesta

Venti minuti di applausi per l’arista alle mele e prugne, ma senza dire il nome della cuoca, per non correre il rischio che venga rapita da qualche magnate texano, qualche affarista russo o qualche sceicco arabo per ben accogliere i propri ospiti occidentali con qualcosa di cotto e buono.
Il sano vivere in semplicità e quiete di un paese eversivo nel modo di stare sulla faccia della terra: aperto e inclusivo, divertente, mettendo fiato, forza e fantasia con l’aggiunta sempre di un sorriso.

Ritratto di Villa a Sesta in un giorno di febbraio con il mandorlo sulla strada con gli occhi gonfi e i fiori pronti a spumeggiare di rosa sgargiante.
Fine del ricreativo, inizia a principiare il culturale con la tombola che con l’estrazione dei primi due numeri, porta una decina di ambi da saper gestire, risolti con l’assegnazione dei premi a una sfida alla carta più alta.
Ce ne vuole per arrivare alla tombola, poi interrompe il gioco la Poggesi che arraffa a metà il primo premio con in concomintanza con un’altra signora.
Si attendeva uno scontro a colpi di pennata nei giardini per l’aggiudicazione del premio, mentre invece hanno optato per la divisione della posta in palio per stare nello spirito amoroso di Villa a Sesta.

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