“A mezzo il giorno sul mare etrusco pallido verdicante come il dissepolto bronzo”, con un tramonto che trafora gli aghi dei pini, le ghiande dei lecci, quel rampicante mondo sottostante che si inchina al fresco serale su cui si appoggiano sangiovesi spumantizzati che nascono sulla via della porchetta di Monte San Savino e le invenzioni di Gabriella Merucci che traforma le erbe rustiche di campo e le verdure dell’orto in qualcosa che intenerisce ventricoli e palato.
Leopardi a Campi, sarebbe diventato meno pessimista: qui nasce l’acqua limpida del primo Ombrone e ci viene il sangiovese beverino d’altura.
I primi versi sono di D’Annunzio colui il quale si amava tanto, ma a Campi mai venne e si perse tanto.