La benedizione dell’ulivo a Pienza

Nella chiesa di San Francesco a Pienza, all’interno di una grande scodella metallica, c’è molto di più di una montagna di frasca di ulivo pronta per essere benedetta nella domenica delle palme.
C’è l’entusiasmo e la passione delle persone di una terra non facile, per una pianta che chiunque ne ha a disposizione qualche esemplare, cura come un figlio da crescere e tramandare.

Radici affondate nel passato al netto della questione puramente religiosa, la voglia di esserci con le vigorose frasche del proprio campo o del proprio orto, oppure a pescare dalla scodella dell’ulivastro comune preparato per chi passa o per chi ha scarsa dimestichezza con la terra.
Don Gaimpaolo Riccardi ha una figura imponente e una voce da opera lirica: parte con la benedizone a San Francesco e in processione – scortato dalle nuove leve e dai capelli digradanti fino al candido – arriva alla porta chiusa della cattedrale dove batte l’uscio più volte con la Croce di legno reclamando di essere aperto.
Giulio – il portiere – per diverse volte fa finta di non sentire, fin quando non apre e la processione di persone scivola dentro al Duomo per tutto il resto a seguire.

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