Uva Federica

Il crepuscolare chiude le luci pubbliche alle 6.34 del mattino e le riaccende alle 19.24, subito dopo che la luce del tramonto ti si illumina negli occhi e nel piccolo paese del sabato del villaggio ognuno piglia la propria stanchezza e si incammina verso l’orizzonte della cena.
Durante il giorno con le tue gambine corte ti arrampichi sulla buccia degli acini, leccando le lacrime di zucchero che il contatto con il paniere rompe.
La sera sei stanchina, ti metti gli occhiali, il cuscino di noccioli di ciliegio già caldo sul collo, un tomo ottocentesco di classici russi o francesi sulle ginocchia, con le calzine a protezione dei piedini diacci.
Non c’è niente di più tenero di questa scena domestica che si intrufola nell’autunno.

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