
Si è sulla soglia dell’orlo della sconfitta cruciale se un ufficio del Rettorato dell’Università di Siena viene sfregiato di frasi che hanno il sentore di una inquisizione retrograda fuori tempo massimo, come se ancora, l’orientamento sessuale di una persona corrisponda a una malattia e non a un frutto d’amore.
In una nuova forma di spezzamento di reni ad armadi e cattedre imbrattati di vernice con un inno a una delle figure meno edificanti per questo paese di scarsa memoria, senso civico, orientamento ad un uso consono del cervello, ancora per una volta, alcuni camerati artisti, sono entrati in un luogo di studio e di cultura e ne sono usciti assolutamente indenni e non contaminati da alcun sentimento.