Nel 1974, quando Quirino Girotti chiuse i battenti della rinomata gelateria di famiglia, il nipote Mario, girava le scene di “Altrimenti ci arrabbiamo“, celeberrimo film successivo di qualche anno alla saga di Trinità, (il poco igienico personaggio trasportato nel deserto da un cavallo che si trascina una lettiga), divenuto leggenda per varie generazioni.
Non c’era da scialare nel dopoguerra, i gusti erano solamente tre, (cioccolato, crema e limone) ma erano talmente buoni che rappresentavano un sogno facilmente reperibile e gustabile per chi non aveva smesso di sognare alto.
Le radici di quel nipote, nato a Venezia, per motivi lavorativi dei genitori Girolamo Girotti (Amelia, Terni) e Hildegard Thieme ( tedesca di Dresda) si ricomposero all’età di sei anni, dopo un breve soggiorno in Germania, tornando ad Amelia, città di origine del babbo.
Crescere, vivere, studiare, le prime comparsate nei film per pagare gli studi universitari e la consapevolezza che il cinema, sarebbe stato un buon viatico.
Venti i nomi da scegliere per dare una connotazione gringa al suo nome, scelse Terence Hill che ricordavano le iniziali della madre.
Da lì tante legnate, risate, prima di farsi prete nella serie di Don Matteo, girata proprio in Umbria, mentre la maglia di Trinità, si trova appesa nella gelateria Girotti, gestita dal figlio di Terence, (Jess) nella via principale di Amelia, fra gusti vari e ottimi e sogni di una lettiga trascinata da un cavallo nel deserto, che non tramonta mai.
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