La raccolta delle albicocche

Cento cipressi piantati fitti come i pomodori nell’orto probabilmente non hanno alcuna storia da raccontare, se non un effetto di toscanità rappresa in qualche libro dei sogni.
Una pianta di albicocco in mezzo a duecento olivi, probabilmente genera un effetto che ha a che fare con un delicato ricordo di chi c’era, di chi l’ha piantata.
La parte bassa rasata da caprioli e daini come si conviene nel Chianti dei tempi moderni, per aria, una moltitudine carnosa di frutti con la buccia d’arancia sfumata di rosso.
Un paio di panieri messi in salvo dalla rapacità dei predatori: sia quelli che volano, sia quelli bipedi che arrivano a orari strani con una scala e le buste da riempire.

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4 Responses to La raccolta delle albicocche

  1. Avatar di annaecamilla annaecamilla ha detto:

    Arrivoooo sono una predatrice !!!!

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  2. Avatar di Andrea Pagliantini Andrea Pagliantini ha detto:

    Vertine, Chianti, una pianta con oltre venti chili di frutti, tolti prima che qualche predatrice capiti da queste parti 🙂

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  3. Avatar di Elisabetta Viti Elisabetta Viti ha detto:

    Una meraviglia di frutto..mi fai venir voglia di piantarne uno…Quello che avevo,di mia nonna, è seccato dopo oltre 40 anni di onorevole produzione…albicocche succose, grandi e saporite,…Da allora non le ho quasi più mangiate…Non le ho ritrovate tanto buone…Un saluto

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  4. Pingback: Il giro della Contrada del Leocorno | Andrea Pagliantini

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