Un girotondo dei cittini delle Contrade in Piazza del Campo, un coro univoco di voci bianche sulla supremazia di Siena sulle altre città, una sensazione ossessiva sul senso di appartenenza che non ha sfondi di comprensione e di apertura al mondo.
Un albero di Natale, che nei comunicati doveva essere fatto dai piccoli delle Contrade, e così è stato: un componibile di legno stile svedese, delle piattaforme dove imbullonare i Barberi con i colori delle 17, alcune lucine intermittenti, qualche foto di nipote accosto alla biglia di appartenenza, e un senso di leggero e di appannato di un angolo bigio con poche idee in cui pare che esista solo il Palio.
Andrea Pagliantini
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Si, Spelacchio è il nome giusto!!!
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Vedi, il problema di quelli come te è che fraintendete l’Amore e l’Orgoglio di perpetuare qualcosa di prezioso che ci è stato consegnato con “una sensazione ossessiva sul senso di appartenenza che non ha sfondi di comprensione e di apertura al mondo” (parole tue, eh).
In quello che hai ritratto nelle tue foto non c’è assolutamente NULLA di ossessivo ma c’è la fierezza di sentirsi parte, già da bambini, di qualcosa di unico. Le tradizioni senesi, in ogni sua forma, sono un dono che facciamo ad un mondo che perde i pezzi ed i valori giorno dopo giorno. Non arrivare (nemmeno da lontano) a capire tutto questo denota il fatto che forse dovresti convintamente occuparti d’altro. Cordialmente.
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Buongiorno Andrea, ti seguo ogni giorno e quasi ogni giorno ci regali una perla.
Stavolta, sull’albero dei cittini e in generale su Siena, hai pisciato di “fori” come suol dirsi. E mi è sembrato davvero strano sentirti dire “una sensazione ossessiva sul senso di appartenenza” perché proprio te sei (per fortuna) il Paladino e lo strenuo difensore del senso di appartenenza ad un territorio (il Chianti) e ad una minuscola e preziosissima frazione (Vertine) e di questo ne fai il motivo più alto e orgoglioso di essere nato e vissuto in queste terre.
Vedi, in un mondo schifosamente globalizzato dove i nostri più antichi e importanti valori, sono ogni giorno vilipesi e attaccati, dove siamo costretti ad essere fintamente accoglienti e accondiscendenti col “mondo di fuori”, ci sono dei bambini che per fortuna appartengono ad una comunità nemmeno troppo chiusa, che è quella delle Contrade di Siena. Fare una albero di Natale, bello o brutto che sia, ha proprio questo valore: NOI siamo NOI fin da piccoli, gli ALTRI sono gli ALTRI. E diciamolo a voce alta: questa fortuna è toccata a noi! E giustamente si canta la supremazia di Siena sulle altre città, perché per NOI è così, è sempre stato così e mi auguro che sarà sempre così. Anzi, ben vengano queste iniziative, perché ci fanno sentire ancora un po’ non globalizzati, ma legati a questa città e alle sue tradizioni più belle, più sane e più vere.
Quando puoi, fai un bel giro al Cimitero del Laterino, vedrai una cosa bellissima (!) che non c’è in nessuna altra parte del MONDO: nella tomba di ogni Senese c’è qualcosa che ricordi l’appartenenza alla propria Contrada: un fazzoletto scolorito, un barbero, una statuetta, una coccarda, una foto dell’ultimo palio vinto. Questo è il vero senso di appartenenza di un Senese che è eterno e va oltre la morte. Per questo puoi e devi comprendere che è vero che siamo “ossessionati dal senso di appartenenza” perché ne siamo davvero convinti come della “supremazia di Siena sulle altre città”. E non è solo una sensazione, ma per fortuna è vero! Noi non abbiamo bisogno di “aprirsi al mondo”, ma è vero il contrario: è il mondo che si deve aprire a Siena, ci deve capire, ammirare, tutelare, difendere, amare e parecchio anche invidiare. Siena è dall’antichità un modello di vita, fra arte, Storia e cultura, ma questo lo sai bene.
E mi dispiace perché ora con queste tue esternazioni, sei offeso sui social da tutta Siena, perché non ti conoscono e non conoscono i tuoi veri valori. E lo ripeto, non capisco bene cosa volevi dire, e per questo mi auguro che sei solo stato frainteso……….
Cordialmente e tanti sinceri auguri di Buone Feste.
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Ci sono momenti intimi e bellissimi legati indissolubilmente alle date del 2 luglio e del 16 agosto e a quanto vi è intorno tutto l’anno, come come vi sono momenti, sempre intimi, legati a quelle date che sono delle ferite che rimarranno profonde.
Quell’agrodolce che regala la vita nell’andare quotidiano, come lo è per chi il Palio lo vive con tanta passione e dedizione.
Un senso di appartenenza positivo che si basa su ricordi, storie, persone, luoghi, momenti esaltanti o drammatici che hanno radici e storie ben lontane.
E quel vibrare di tamburi, di qualsiasi tonalità e rione siano, che trasmettono sempre una grande, unica emozione.
Questo albero di Natale appena realizzato è stato solo uno spunto per una riflessione sull’attualità e sulle notizie che si trovano sulla stampa nazionale.
Non ho motivo, nè voglia, nè ragione di strumentalizzare la gioia e i sorrisi dei bambini che lo hanno realizzato e che vedono in ognuna di quelle rappresentazioni i colori rappresentativi del loro essere.
Amare un luogo,come una persona è qualcosa di passionale che sconvolge cuore e testa e porta a difendere i propri sentimenti quando si crede o si pensa che vengono offuscati.
Probabilmente, molte delle offese che mi vengono rivolte nei social hanno anche motivo di essere, dettate come sono e come spero, da quel nobile sentimento che un po’ prende o dovrebbe prendere tutti, sia che si sia Cittadini,, sia che si sia Contradaioli.
Non ho un profilo Facebook personale, ma solo una pagina, il che non mi permette di vedere tante cose e tante opinioni o magari insulti.
Ho questo blog, da diversi anni, dove si riversano pensieri,emozioni, bischerate, tante foto, cose belle o meno intorno a quanto mi circonda, fatto per il gusto di farlo, non per la necessità di avere visibilità o puntare a chissà quali obbiettivi o posti al sole.
Al contrario, spesso dire cose, anche banali, anche di buon senso, anche di ordine civile, comporta tante ringhiate, porte chiuse e sguardi truci.
Di me c’è pochissimo altro da dire, pochissimo che abbia attinenza con l’argomento in questione o che possa interessare a qualcuno.
L’amore lo lascio a chi sta dentro le lastre e le vive, qui diciamo che c’è solo un grande affetto nel vedere Siena, nel camminarci dentro, nel vedere scorci insoliti nuovi che stavano dietro l’angolo, ma dove non era mai cascato l’occhio.
Una città ferita dagli ultimi anni e dalle ultime vicissitudini che tutti sanno e conoscono per cui inutile scendere in parole dette e ridette.
C’è il vivere quotidiano che prende tutti allo stesso modo, nella stessa forma e negli stessi problemi sperando che la salute sia un dono sempre illuminato per tutti per non dover stare giorni al telefono per una visita o un esame, figli, scuole, uffici, bolli, marche da bollo, orari, servizi, diritti, sempre più al ribasso e sbiaditi.
C’è da qualche giorno la notizia che Siena (e provincia) è scesa di 15 posizioni nella classifica stilata dal “Sole 24 Ore” sulla qualità del vivere, andando ad occupare la posizione numero 27 se non erro, dopo essere sempre stata fra le cime più alte, e questo sarebbe un dato su cui sarebbe meglio riflettere perchè vede scivolare benessere e futuro.
Si vive solo o quasi di turismo (di massa) il che comporta, socialmente, uno svuotamento dei centri storici dai propri abitanti, (fenomeno tra l’altro già iniziato con il soggiorno studentesco) venendo meno quelle attività commerciali ad uso delle famiglie, per lasciare il posto a esercizi legati prettamente al turismo. Problemi, cambiamenti o mutazioni che tutti di tutto il mondo si trovano ad affrontare di corsa…. ovunque ci si trovi, anche pur avendo una storia lunga secoli alle spalle.
In sintesi l’andare quotidiano che vada di pari passo con la grande passione che accomuna tutti e che non ne prenda il sopravvento.
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Sui social ti stanno coprendo di insulti come non hanno mai fatto con chi ha distrutto la città!!!
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L’anno scorso sono andata a Roma qualche giorno e l’ho visto con i miei occhi Spelacchio… beh, era più affascinante di questo
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