
Notizia ghiotta quella pubblicata sull’edizione on line de “Il Fatto Quotidiano” in cui si scrive che l’assessore regionale all’agricoltura Marco Remaschi, ha incontrato in un maso sul Pordoi i colleghi delle Province autonome di Trento e Bolzano, Michele Dalla Piccola e Arnold Schuler per trovare un accordo sui lupi che mettono ansia ad allevatori e agricoltori della Toscana. Qui l’articolo.
“Secondo i dati ufficiali, oggi in Italia vivono circa 2mila esemplari di lupo, di cui quasi un migliaio (tra puri e ibridi) solo in Toscana (110 i branchi) e buona parte dei restanti in Trentino-Alto Adige. Le predazioni in Toscana inoltre sono più di 500 all’anno e ogni dodici mesi la Regione è costretta a spendere circa un milione per gli indennizzi agli agricoltori”.
Numeri ridicoli se si pensa al mezzo milione di ungulati (cinghiali, cervi, daini, caprioli) che popolano la nostra regione e se si pensa che recentemente una sentenza del TAR ha posto fine alla caccia di selezione del capriolo, su richiesta di un’associazione venatoria che pare abbia interessi nella commercializzazione della cacciagione.
Ungulati che all’agricoltura producono danni per oltre quattro milioni, (a fronte del milione di lupi e ibridi) relativi ai prodotti non trasformati come l’uva, che se diventano bottiglie di vino le cifre sono astronomiche, ma che nessuno rimborsa.
Questa, in sintesi, la desolante situazione che produce la politica regionale (lupi attirati dalla massiccia presenza di prede, non certo lanciati con il paracadute, come sostengono tante doppiette) e che dimostra, (ancora ce ne fosse bisogno) lo scarso peso specifico che ha l’agricoltura, nei confronti della “Confraternita del Cinghiale”.
Mezzo milione di ungulati in Toscana, non sono un’emergenza, ma una risorsa economica… la ciccia dei lupi invece non si mangia….
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